Carlotta Venegoni
Leggi i suoi articoliDietro e davanti alle finestre raffigurate nei dipinti si cela una moltitudine di significati. Che sia protagonista o sfondo, la finestra separa o è punto di incontro tra due universi, quello interno e intimo, fatto di persone, arredi, rituali e quello esterno, di paesaggi, nuvole, mondi lontani. Questo elemento speciale nel panorama della storia dell’arte è indagato nel volume di Emanuela Pulvirenti. Le finestre nelle opere sono il punto di partenza per un discorso articolato sulla loro funzione.
L’autrice propone una lettura delle opere in cui sono i dettagli e le storie umane a essere protagonisti, ripercorrendo in ordine cronologico l’evolvere della raffigurazione della finestra e la carica di significati, anche metaforici, che essa assume nel tempo. L’idea di «quadro come finestra» compare già nel Quattrocento e l’effetto viene conferito dalla cornice, come accade ad esempio nel «San Gerolamo nello studio» di Antonello da Messina. Negli stessi anni compaiono le prime «finestre come quadri», soprattutto in opere fiamminghe.
Si dovrà tuttavia attendere il 1807 perché la finestra sia l’unico soggetto dell’opera con la «Veduta da Villa Grassi verso Plauenscher Grund» di Carl Ludwig Kaaz. Poste come parte dello sfondo, la loro presenza pone in relazione il microcosmo della scena con il macrocosmo, il mondo esterno, la natura che al di fuori è possibile scorgere. Possono essere molto grandi o virtuosistiche raffigurazioni riflesse in minuti oggetti specchianti.
La qualità luministica della finestra è esaltata quando il varco alla luce è posto lateralmente: non mostra panorami ma diviene fonte di «luce di taglio» ottenendo atmosfere sospese come in Rembrandt. Luogo di sorprese e di storie da immaginare, attorno alla finestra i due mondi, quello intimo e quello pubblico, talvolta si dividono, a volte si sfiorano, o ancora si incontrano. C’è chi legge o ricama alla luce della finestra, chi attende, chi prega e chi guarda malinconicamente al di là.
Infrangendo questa ideologica cornice, molti vi si affacciano, la scavalcano, la utilizzano per fuggire o vi si incontrano, come Giulietta e Romeo. Il volume analizza infine alcune finestre del Novecento, come quelle di Marc Chagall intese come «diaframma magici» o di Matisse, dove l’incanto si fonde con l’aria e la luce, per giungere alle finestre surreali e alle «antifinestre», ovvero quelle finestre chiuse capaci di negare la loro stessa essenza.
Il mondo alla finestra,
di Emanuela Pulvirenti, 304 pp., ill. col., Bur Rizzoli, Milano 2022, € 20
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