Carlotta Venegoni
Leggi i suoi articoliAi «Fatterelli Bolognesi», collana sulla storia della città di Bologna edita da Minerva, si aggiungono le vite di Lavinia Fontana (1552-1614) e Properzia de’ Rossi (1490 circa-1530). Due volumi dedicati a lettori intorno ai 9 anni fanno rivivere le due artiste, entrambe emblema di un noto riscatto femminile che ora viene portato per la prima volta all’attenzione delle bambine e dei bambini con un racconto in prima persona delle protagoniste. E ce n’era bisogno: la letteratura per l’infanzia tende infatti a trattare perlopiù di nomi arcinoti, monumenti della storia dell’arte necessari, ai quali sono però già stati dedicati vari testi divulgativi.
Lavinia Fontana, prima «pittoressa», come ama definirla l’autrice Paola Goretti, storica dell’arte specializzata nel Cinquecento, ha avuto una vita molto felice. Tutto voleva e tutto si è conquistata. Un esempio di fortuna, successo e perseveranza. Lavinia racconta delle sue sfide, delle sue ambizioni e dei suoi successi, che furono, per l’epoca, davvero immensi. Parla con un linguaggio comprensibile ai ragazzi attraverso la penna e l’inventiva accattivanti di Carlotta Passarini, che si basano su un’attenta lettura critica e interpretativa dei fatti.
Attraverso le parole della giornalista culturale Brunella Torresin e le illustrazioni di Angelica Stefanelli, Properzia de’ Rossi, prima scultrice dell’età moderna riconosciuta in Europa, dialoga con una bambina curiosa e interessata. Properzia esce magicamente dall’opera e narra le sue vicende di artista attraverso le opere. Il dialogo tra la bambina Lea e la scultrice supera i secoli e, curiosamente, assume un’inaspettata forma di vicinanza. Benché le notizie certe sulla vita di Properzia siano scarse, a lei Vasari dedicò una delle Vite. Ammirata e stimata dai suoi contemporanei, è la prima scultrice ad essere ammessa a lavorare nel cantiere di decorazione di San Petronio a Bologna. La sua morte precedette di poco l’incontro con papa Clemente VII, desideroso di conoscerla.
Abbiamo intervistato le autrici delle due biografie che hanno in comune la volontà di trasmettere due esempi illuminanti di affermazione sociale di donne vissute oltre cinquecento anni fa, ma ancora oggi moderne e attuali. Modelli per le nuove generazioni che, attraverso l’arte, possono incoraggiare il talento giovanile e la ricerca della propria identità.
Paola Goretti, perché ha scelto di raccontare la vita e l’arte di Lavinia?
Lavinia a Bologna è una star. Costituisce una delle glorie patrie e ha avuto una particolare fortuna legata proprio al suo essere donna. L’ho definita la prima “pittoressa” in quanto non fu la prima pittrice della storia. Sofonisba ha 20 anni in più ma non firmò contratti. Lavinia sì. Studiata dagli Settanta in America, nel ’94 fu oggtto di una monografia in Italia, ma negli ultimi cinque anni ha riscosso un’escalation di interesse impressionante. Perché osare raccontarla ai ragazzi? La sua è una storia esemplare, ma soprattutto è una storia felice, una delle pochissime storie di artiste non drammatica. Una donna perfettamente realizzata che oggi è in grado di passare alle generazioni venute dopo di lei la sua gioia. È una privilegiata, nata da una famiglia illuminata, colta e benestante. Vive un ambiente felice in cui ha modo di incontrare illustri personaggi, e non spreca neanche un’opportunità. Ha un carattere intrepido e segue la ragione della sua felicità: dipingere. Nel 1583 consegna la prima pala d’altare firmata da una donna. Poi il primo dipinto realizzato da una donna per un papa, Gregorio XIII, infine il primo nudo (raffigurante la dea Minerva) ad opera di una donna. Prima donna anche a far parte dell’Accademia di San Luca. Nella sua vita ha avuto tutto: fu madre, moglie amata ed ebbe successo professionale. Il suo ultimo dipinto, un nudo femminile che si veste, o forse si spoglia, è come se fosse lei stessa a dire: “Ho avuto tutto nella mia vita e ora me ne vado, posso spogliarmi da tutto”. Per avvicinarsi ai lettori Lavinia racconta la sua storia in prima persona, con un linguaggio semplice e poetico. Parla di come si è accostata alla pittura secondo i propri interessi e sviluppando il proprio talento: un esempio di vita riuscita che va inteso come consiglio e messaggio ai nuovi lettori. Lavinia è una ragazza contemporanea e felice: vorrei che incoraggiasse le ragazze di oggi a fare ciò che amano, ad essere chi vogliono, ad amare chi sono. Con qusto racconto si può imparare che i personaggi antichi ci parlano e che il passato è sempre con noi. Lavinia si rivolge alle ragazze di oggi: ho fatto quello che volevo, fatelo anche voi. Fu una pittrice capace? Ebbe importanti riconoscimenti, e ne fu felice. Ma il punto, per lei e per l’autrice, non è tanto l’essere famosi, quanto essere sé stessi: la migliore strada per la realizzazione personale.
Brunella Torresin, perché e come far conoscere Properzia?
Donna fuori dagli schemi, Properzia vive la propria vita libera, senza curarsi del giudizio degli altri. Come avrebbe potuto diversamente? Siamo in un’epoca in cui l’essere libera corrispondeva all’essere scandalosa, essere brava significava essere invidiata, ma soprattutto, essere donna equivaleva a essere inferiore. E invece Properzia è la prima donna artista con una documentazione storiografica. L’unica donna infatti di cui ci parla Vasari nelle sue Vite. Eppure una figura di cui ancora si sa poco. Ma quel poco che, attraverso la sua arte, ci ha lasciato, testimonia quanto si batté per infrangere le convenzioni sociali che impedivano a una donna di essere scultrice, specialmente del marmo, un lavoro faticoso considerato prerogativa prettamente virile. Ingaggiata per il grande cantiere di San Petronio, si ritrovò unica donna in un ambiente maschile. La sua quindi è una storia di emancipazione, di affermazione e difesa delle proprie scelte. La sua più grande difficoltà? L’essere vissuta più di cinquecento anni fa. Nel volume Properzia dialoga con una bambina di oggi, di circa 8-9 anni e le racconta, con travolgente gioia ed entusiasmo, della sua vita, del lavoro in San Petronio, delle sue conquiste e delle sue straordinarie qualità di intagliatrice dimostrate intagliando nei noccioli della frutta minuscole miniatureche suscitavano grande ammirazione. Che cosa ci insegna il volume? L’arte del Cinquecento, anche se lontana, la si può apprendere divertendosi, con una lettura che è un’avventura. Si parla del passato con un linguaggio di oggi, perché la bambina è di oggi. Le domande che fa sono attuali, vicine al lettore e il dialogo ha un linguaggio accessibile in cui potersi immedesimare. Il secondo messaggio del volume è l’invito a lottare per le proprie passioni, a seguire le proprie attitudini e ad aver fiducia nei propri mezzi, nonostante tutto e tutti.
Io, Lavinia, La prima pittoressa
di Paola Goretti, illustrazioni di Carlotta Passarini, 96 pp., ill. col. e b/n, Minerva, Bologna 2024, € 12
La misteriosa storia di Properzia scultrice
di Brunella Torresin, illustrazioni di Angelica Stefanelli, 88 pp., ill. b/n, Minerva, Bologna 2024, € 12
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Lavinia Fontana, «Giuditta con la testa di Oloferne», 1600, Bologna, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
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