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Carlie Porterfield
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Sono passati 35 anni dal giorno in cui i ladri s‘intrufolarono nell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston e trafugarono 13 opere. Un furto tuttora considerato non solo il più clamoroso al mondo, ma anche il più ingente in termini di valore.
Nelle prime ore di quel 18 marzo 1990 due uomini travestiti da agenti di polizia entrarono nel museo, ammanettarono le due guardie di sicurezza in servizio e più di un’ora dopo se ne andarono con il prezioso bottino. Era la mattina che seguiva la festa di San Patrizio e Boston è la città statunitense con il più alto tasso di residenti di origine irlandese. I festaioli di passaggio poco prima della rapina videro i sospettati ma non notarono nulla di strano. Da allora nessuno dei pezzi è stato recuperato e non sono stati compiuti arresti, anche se abbondano le teorie su chi fosse il mandante e sul possibile nascondiglio dei dipinti (le ipotesi spaziano tra Filadelfia, l'Irlanda e la Corsica).
Un altro aspetto nebuloso della vicenda è il valore dei pezzi trafugati. Anche se tutti e 13 venissero ritrovati e restituiti non sapremo mai il loro vero valore di mercato. Isabella Stewart Gardner (1840-1924), l'eccentrica ereditiera che costituì la collezione e fondò il museo, dispose nel suo testamento l’inalienabilità delle opere. Il testamento stabilisce inoltre che la collezione rimarrà esposta esattamente secondo le indicazioni date da Gardner. Per onorare le volontà testamentarie della fondatrice, alle pareti del museo sono ancora appese le cornici vuote, nella speranza che i dipinti rubati vengano restituiti.
Gardner costituì una collezione di altissimo livello e fu tra i primi collezionisti americani ad acquisire a man bassa opere di maestri europei. Tra i dipinti rubati spiccano uno dei soli 37 dipinti noti di Johannes Vermeer, «Il concerto» (1662-64), e l’unico paesaggio marino di Rembrandt van Rijn, «Cristo nella tempesta sul mare di Galilea» (1633). Poco dopo il furto, la curatrice del museo Karen Haas dichiarò al «New York Times» che le 13 opere valevano nel complesso oltre 200 milioni di dollari.
Curiosamente i ladri non portarono via il dipinto che all’epoca si riteneva essere il più prezioso del museo: il «Ratto di Europa» di Tiziano (1560-62), prima opera autografa del pittore veneto a entrare in una collezione americana. Per aggiudicarselo l’ereditiera nel 1896 aveva speso 100mila dollari, l'equivalente di 2,5 milioni di dollari nel 2017.
La valutazione di un’opera d’arte non è però una scienza esatta. Il boom dei prezzi negli ultimi decenni e l’inflazione complicano i calcoli, così come la rarità delle opere acquistate. Gardner acquisì la maggior parte della sua collezione in Europa, all’inizio del Novecento, in gran parte affidandosi allo storico dell'arte Bernard Berenson. Opere simili di rado (se non mai) compaiono in asta, rendendo arduo un confronto.
Una stima più recente, e spesso citata, per le opere rubate al Gardner Museum è di 500 milioni di dollari. L’origine di questa cifra, stando al libro di Ulrich Boser The Gardner Heist: The True Story of the World’s Largest Unsolved Art Theft (2009) risalirebbe al 2000 e a un’affermazione dall’agente dell’Fbi Thomas Cassano. Boser scrive infatti che durante una conferenza sulla rapina all’Isabella Stewart Gardner Museum ospitata dall’International Foundation for Art Research di New York, Cassano affermò che tutte le opere avessero un valore di mercato, appunto, di circa 500 milioni di dollari; in risposta, il pubblico di studiosi d’arte pare abbia gridato: «Di più! Di più!».
Nel 2023, in un podcast dell'FBI, il direttore della sicurezza del museo, Anthony Amore, ha dichiarato che considerato il passare del tempo e l’inflazione la cifra di 500 milioni di dollari è probabilmente sottostimata. Otto Naumann, storico mercante di dipinti antichi ed ex vicepresidente senior di Sotheby’s, ipotizzava nel 2013 per l’intero bottino un valore di almeno 1 miliardo di dollari (500 milioni di dollari per il solo «Concerto» di Vermeer).
L’ex agente speciale dell’Fbi Robert Wittman, specializzato nel recupero di opere d’arte e oggetti d’antiquariato trafugati, ha lavorato al caso e ha dichiarato a «The Art Newspaper» che valutazioni più alte «non sono poi così scandalose», facendo l’esempio dei 450,3 milioni di dollari (diritti inclusi) ottenuti nel 2017 dal «Salvator Mundi» attribuito a Leonardo nell’asta tenuta da Christie’s New York.
E se anche le opere dovessero essere restituite, in quali condizioni si troverebbero? Durante il furto cinque dipinti, tra cui «Cristo nella tempesta sul mare di Galilea» e «Il concerto», sono stati grossolanamente asportati dalle cornici con delle lame, quindi, com’è probabile, arrotolati per essere trasportati, provocando così danni alle antiche tele.
«Ho visto casi in cui i pezzi sono stati rubati e tagliati dalla cornice, per poi essere ritrovati 30 anni dopo in pessime condizioni», ricorda Wittman, che si mostra invece più ottimista riguardo alle opere che quella notte di 35 anni fa non furono asportate col taglierino. Wittman ha descritto le sue indagini sulla sorte del «Cristo nella tempesta sul mare di Galilea» e del «Concerto» in Priceless: How I Went Undercover to Rescue the Works Stolen Treasures, il suo libro di memorie pubblicato nel 2010.
«Il valore di questi dipinti per la nostra istituzione e per il pubblico è inestimabile», chiosa Nathaniel Silver, direttore associato e curatore capo del Gardner Museum . Il museo offre ancora una ricompensa di 10 milioni di dollari per informazioni che portino direttamente alla restituzione delle opere rubate. «Facciamo appello al pubblico affinché condivida qualsiasi informazione che porti al loro recupero, aggiunge Silver. La volontà di Isabella Stewart Gardner era che il suo museo operasse “per sempre per l'educazione e il godimento del pubblico” e auspichiamo di veder presto restituiti i dipinti a beneficio di tutti».
Per commemorare il 35mo anniversario del furto il museo ha inaugurato un’installazione sonora visibile per soli due giorni, il 18 e il 19 marzo, nella Sala Olandese, da cui nel 1990 sono state trafugate sei delle 13 opere. L’artista del suono Skooby Laposky ha ricreato acusticamente il «Cristo nella tempesta sul Mare di Galilea»: i visitatori che osservano la cornice sentiranno le onde e i suoni degli uccelli autoctoni del Mare di Galilea. Muovendosi intorno ad essa, il suono riecheggerà i tuoni e i venti di una violenta tempesta.

«Il concerto» (1663-66) di Johannes Vermeer. Courtesy the Isabella Stewart Gardner Museum

«Cristo nella tempesta sul mare di Galilea» (1633) di Rembrandt van Rijn. Courtesy the Isabella Stewart Gardner Museum
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