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Carolina Trupiano Kowalczyk
Leggi i suoi articoliL’interesse sulla carta azzurra svela nuovi campi d’indagine con il volume Drawing on Blue, European Drawings on Blue Paper. 1400s-1700s, nato per accompagnare la mostra tenutasi al J. Paul Getty Museum presso il Getty Center (gennaio-aprile 2024). Accanto alla stringente analisi dei materiali artistici, il libro riflette sul ruolo che la mobilità e le connessioni culturali hanno avuto nel plasmare l'arte, creando nuove forme di espressione attraverso l'uso di supporti specifici.
Perché la carta blu affascinava tanto gli artisti? Questa domanda guida i saggi, a partire dalla scoperta del primo esempio noto di disegno su carta azzurra, attribuito a Giovanni da Modena, e si inserisce nella tradizione artigianale dell’Italia settentrionale, trasmessa di generazione in generazione, da maestro ad apprendista, fin dalla fine del Trecento.
Solo alla fine del secolo si registra una diffusione più ampia, nelle botteghe di Vittore Carpaccio (1455-65-1526-27) e Bartolomeo Montagna (prima 1450-1523). Da allora, il supporto conobbe una sorprendente diffusione in tutta l'Europa occidentale: nel XVI secolo i catalani in Spagna ne produssero grandi quantità, mentre nel XVII secolo nei Paesi Bassi si introdussero innovazioni tecnologiche che ne migliorarono qualità e omogeneità.
Parallelamente, nel 1665, Charles Hildeyard ottenne in Inghilterra il primo brevetto per la produzione della carta blu, promuovendo politiche protezionistiche a sostegno della manifattura locale. Il merito del volume è (obbligatoriamente passando per Giorgio Vasari, 1511-74, e Jacopo Tintoretto, 1519-94) di giungere fino agli esempi del Sei e Settecento, spesso trascurati negli studi, raccontandoci come la carta azzurra divenne il supporto preferito nell’Olanda di Govaert Flinck (1615-60) e Willem Schellinks (1623-78); nei paesaggi italianizzanti di Claude Lorrain (1600-82) e nelle favole di Jean-Baptiste Oudry (1686-1755).
Tra il 1729 e il 1734 in Francia, infatti, Oudry realizzò tutte le 276 illustrazioni per Les Fables di Jean de La Fontaine sfruttando la carta azzurra per effetti chiaroscurali vibranti, grazie alla combinazione delle acquerellature nere e grigie con tocchi di biacca. L’uso in Spagna è analizzato attraverso l’opera di Francisco Bayeu y Subías (1734-1795) che ne impiegò la versatilità per i disegni preparatori; mentre le innovazioni della manifattura tedesca raggiunsero livelli notevoli se da Utrecht Theodor Hartsoeker inviò in dono a Rosalba Carriera (1673-1757) un plico di carta azzurra tedesca.
Naturale prosecuzione del discorso sarebbe, dunque, l’analisi dell’impiego del supporto da parte dei pastellisti, come Charles-Antoine Coypel e Maurice-Quentin de La Tour, che sfruttarono la combinazione dei medium friabili con la superficie blu per ottenere effetti pittorici, ma non si può volere tutto. Il nostro panorama continua ad arricchirsi sulla carta azzurra, che ha superato la semplice analisi storica per diventare uno spunto di riflessione sugli stili e le identità artistiche nazionali, raccontando una storia di scambi culturali e di commercio internazionale nell'Europa premoderna.
Drawing on Blue. European Drawings on Blue Paper. 1400s-1700s,
a cura di Edina Adam e Michelle Sullivan, 149 pp., ill., J. Paul Getty Museum, Los Angeles, 2024, € 40

Charles-Antoine Coypel, «Autoritratto», 1734. Los Angeles, J. Paul Getty Museum
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