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La collegiata di Notre-Dame a Semur-en-Auxois. Foto: Michel Foucher

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La collegiata di Notre-Dame a Semur-en-Auxois. Foto: Michel Foucher

Saint Macron des Églises

Dopo aver investito 219 milioni di euro sulle Cattedrali, ora il Governo francese pensa a proteggere gli edifici religiosi minori, con uno stanziamento di 200 milioni

Luana De Micco

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La Francia continua a restaurare il suo patrimonio storico religioso. Il presidente Emmanuel Macron ha illustrato un «piano» per il salvataggio degli edifici religiosi di dimensioni contenute sparsi nelle campagne e nei borghi di tutto il Paese, che rappresentano un patrimonio in pericolo nei piccoli comuni (di meno di 10mila abitanti). L’intenzione è di mobilitare 200 milioni di euro in quattro anni per finanziare lavori di restauro e messa in sicurezza antincendio, tramite una raccolta fondi online simile a quella organizzata per Notre-Dame dopo l’incendio del 2019, che ha raggiunto ben 800 milioni di euro.
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La Francia conta circa 100mila edifici religiosi di tutti i culti, soprattutto chiese e cappelle cattoliche, ma anche sinagoghe, moschee, templi protestanti e chiese ortodosse. Stando a un rapporto del luglio 2022 che fa il punto sullo «stato di conservazione del patrimonio storico religioso» del Paese, più di 40mila di essi, edificati prima dell’800, appartengono ai Comuni e non agli enti di culto: una peculiarità della Francia. È così dalla Rivoluzione francese che ha nazionalizzato i beni del clero e soprattutto dalla legge del 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato. Secondo l’Osservatorio del patrimonio storico religioso, di questi 40mila edifici circa 15mila rientrano nella Lista dei monumenti storici e 2.500-3mila sono considerati in pericolo. Il restauro e la conservazione ordinaria delle chiese di proprietà dei Comuni spetta alle collettività locali, il che in alcuni casi implica investimenti «insostenibili» per i piccoli comuni, ha rimarcato Macron.
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Il Governo fa leva sul legame affettivo dei francesi con i loro borghi: «Questo prezioso patrimonio storico-culturale è fragile», ha scritto in un comunicato. L’obiettivo è di «preservare questo bene comune, di trasmetterlo alle generazioni future salvaguardando il saper fare dei mestieri d’arte». Dopo l’incendio di Notre-Dame il Governo aveva già lanciato un Piano per la sicurezza delle 87 Cattedrali, che invece sono di proprietà dello Stato, per il quale ha già investito tra il 2021 e il 2022 più di 219 milioni di euro. Il presidente ha annunciato il suo nuovo piano dalla Collegiata di Notre-Dame di Semur-en-Auxois, un bel borgo medievale della Borgogna non lontano da Digione. I fondi per il restauro della chiesa gotica medievale, su cui nell’800 è intervenuto Eugène Viollet-Le-Duc, vengono raccolti dalla Fondation du Patrimoine, organismo indipendente istituito nel 1996 con la missione di salvaguardare e valorizzare il patrimonio storico locale che seleziona i progetti in funzione del «valore storico dell’edificio» e dell’«urgenza» dell’intervento, ma anche della possibilità di «aprire al pubblico l’edificio a usi compatibili», accogliendo quindi «concerti, mostre, conferenze» e altre «attività sociali e culturali». A fine ottobre la fondazione aveva già raccolto oltre 750mila euro attraverso le donazioni di circa 4mila persone.
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Alla raccolta fondi viene applicato lo stesso sgravio fiscale applicato per Notre-Dame: il 75% per le donazioni fino a mille euro (fino al 2025) e il 66% per quelle oltre i mille euro, un incentivo interessante per i piccoli e grandi donatori. Ai fondi delle donazioni si aggiungono quelli raccolti dal Loto du patrimoine, lanciato nel 2017 sul modello del Lotto per la cultura italiano, che, secondo dati dell’Eliseo, in cinque anni ha permesso di raccogliere 230 milioni di euro e di partecipare al finanziamento di 862 progetti. Per favorire la salvaguardia del patrimonio storico religioso, Macron ha anche annunciato per gli edifici religiosi pubblici e privati costruiti nel corso dell’Otto e del Novecento una nuova campagna di iscrizione alla Lista dei monumenti storici che, istituito nel 1837, annovera oltre 45mila edifici e circa 300mila oggetti d’arte. Il riconoscimento di «Monumento storico» permette di accedere a sovvenzioni statali per la conservazione e il restauro, lavori di isolamento termico compresi.
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Non tutte le chiese del piano necessitano di un restauro complessivo. In alcuni casi i fondi possono essere destinati al solo recupero delle coperture, dei retabli o delle vetrate, come nella Basilica di Sant’Apro a Nancy, chiesa del Gotico fiammeggiante nota per i suoi oltre duemila metri quadri di vetrate realizzate dalla Manifattura Geyling di Vienna (l’obiettivo è raccogliere 20mila euro). Nella Cattedrale di San Pietro di Lisieux, in Normandia, si deve restaurare il grande organo, realizzato nel 1860 dalla celebre famiglia di organari Cavaillé-Coll e classificato «Monumento storico» nel 1972 (servono 70mila euro). Una colletta di 20mila euro, sul budget totale di 210mila, è stata lanciata per il restauro delle pitture della romanica Cappella di Santa Fede detta dei «penitenti bianchi» a Montpellier. Nell’Île-de-France si sta salvando dal degrado la millenaria piccola Chiesa di San Martino a Sartrouville, caratteristica per lo slanciato campanile di forma ottagonale che rischiava di crollare: bisogna raccogliere 350mila euro su un budget totale di 2,4 milioni. In Occitania si interviene sulla Chiesa di San Pietro di Aulnay-de-Saintonge, patrimonio Unesco ed esempio insigne dell’arte romanica locale, famosa per i suoi capitelli scolpiti (è stata lanciata una raccolta di 15mila euro per portare avanti il restauro della navata).
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In Bretagna sono stati avviati 69 progetti per restaurare le tante cappelle caratteristiche del paesaggio bretone, come la Chiesa di Sant’Ivo di Plougonven, in stile gotico fiammeggiante, con uno splendido Calvario del 1554 (si stanno raccogliendo 21mila euro, su un totale stimato di 1,7 milioni) e la Cappella di Trolez a Briec, del Cinquecento: occorrono 31mila euro su un budget di 60mila per restaurare le vetrate).

Luana De Micco, 25 gennaio 2024 | © Riproduzione riservata

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