Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliRinvenuto a Ostia antica un «mikveh», ovvero una vasca destinata al bagno rituale ebraico di purificazione. In questo grande centro multiculturale che connetteva la capitale dell’Impero al mondo, «porto e porta di Roma», come l’ha definita Alfonsina Russo, esisteva anche la più grande sinagoga antica d’Europa. Ora la scoperta di un mikveh restituisce il clima di intensità religiosa degli ebrei lontani dalla patria. Il reperto è stato trovato in un sontuoso edificio ubicato al centro della città. Contornato di ambienti decorati da mosaici pavimentali a tessere bianche e nere, il piccolo vano rettangolare semi-ipogeo della vasca purificatrice di uomini e di oggetti, terminante con un’abside semicircolare, è preceduto da una scalinata di accesso, ricoperta di cocciopesto. L’acqua vi giungeva da un pozzo compreso nello stesso vano. A dare il sigillo del valore e del significato della scoperta, il reperimento, negli stessi ambienti, di una lucerna decorata con l’immagine di una «menorah», il candelabro a sette bracci.
Alla conferenza di presentazione avvenuta presso il Parco Archeologico di Ostia Antica, diretto da Alessandro D’Alessio, è intervenuto anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che non ha nascosto, oltre all’emozione per la scoperta, la sua passione per le religioni del mondo antico (a cui ha dedicato libri e la sua recente tesi di laurea): «La scoperta di un antico bagno rituale ebraico, o mikveh, venuto alla luce nel Parco Archeologico di Ostia Antica rafforza la consapevolezza storica di questo luogo quale vero crocevia di convivenza e di scambio di culture, culla di tolleranza tra popoli diversi che nella civiltà romana trovavano la loro unione. Esso rappresenta un unicum nell’area mediterranea di età romana al di fuori della Terra di Israele e attesta quanto fosse radicata la presenza ebraica nel cuore della romanità. È proprio a Ostia che Roma accoglie e ospita i culti originari delle altre civiltà mediterranee, nel momento in cui, consolidato il suo potere in Italia, comincia a proiettarsi nel Mare Nostrum. Una miscellanea di etnie e influenze, insieme alle due religioni monoteiste del tempo, che testimonia quanto Roma fosse ecumenica e universale. Siamo orgogliosi che questa scoperta sia il frutto della ripresa delle attività di scavo promosse direttamente dal Parco archeologico di Ostia Antica, grazie a un finanziamento del MiC che continuerà a investire risorse su questa scoperta, che da un lato ha permesso di tornare a promuovere le attività di ricerca e dall’altro di ampliare e rendere più accessibili le aree visitabili dal pubblico». La campagna di scavo è stata infatti realizzata nell’ambito del progetto Ops-Ostia Post Scriptum (promosso da Parco di Ostia Antica, Università di Catania e Politecnico di Bari), finanziato dal MiC, tramite la Direzione generale Musei, con uno stanziamento di 125mila euro.

Il «mikveh» scoperto nel Parco Archeologico di Ostia antica. Foto di Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura
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