«Pallas Athene» (1898) di Gustav Klimt, Wien Museum (particolare)

Foto: Birgit e Peter Kainz, Wien Museum

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«Pallas Athene» (1898) di Gustav Klimt, Wien Museum (particolare)

Foto: Birgit e Peter Kainz, Wien Museum

Secessionisti secondo atto

Dopo la mostra alla Alte Nationalgalerie di Berlino, è il turno del Wien Museum

Il fenomeno delle Secessioni di inizio ’900 è un capitolo significativo dei movimenti di Avanguardia europei. Anche se nella percezione pubblica è la Secessione viennese a venire maggiormente considerata, non fu la prima in ordine di tempo. Ad aprire la strada vi fu Monaco, nel 1892, seguita da Vienna nel 1897 e da Berlino nel 1899. Anche l’idea che Secessione significhi Jugendstil, sinuosità e decorativismo non rende giustizia al vasto spettro di diversi orientamenti nelle tre città

Da qui l’idea di una mostra che illustrasse analogie e differenze, un’idea che al Wien Museum e alla Alte Nationalgalerie di Berlino ha radici squisitamente personali: il direttore dell’istituzione tedesca, Ralph Gleis, è stato per otto anni curatore al Wien Museum, dove ha collaborato intensamente con la vicedirettrice e cocuratrice Ursula Storch. I due studiosi hanno così pensato a un progetto congiunto sia per il pubblico tedesco sia austriaco, con intenti comuni ma fulcri diversi. 

È nata così «Secessioni. Klimt, Stuck, Liebermann», presentata come prima tappa a Berlino fino al 22 ottobre 2023, diventando in particolare la maggiore esposizione di Klimt mai realizzata in terra tedesca, mentre la nuova versione viennese, aperta dal 23 maggio al 13 ottobre, prescinde da un ampio approfondimento di Klimt e dei suoi compagni dell’avventura della Secessione, in quanto tema già affrontato in numerose mostre, e con 200 opere si focalizza soprattutto sul confronto fra i vari gruppi secessionisti a Monaco, Vienna e Berlino.

Flavia Foradini, 21 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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Secessionisti secondo atto | Flavia Foradini

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