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L’ingresso al Museo Nazionale di Damasco

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Aziz1005 | Pubblico dominio

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L’ingresso al Museo Nazionale di Damasco

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Aziz1005 | Pubblico dominio

«Sei antichi lingotti d’oro» o «sei antiche statue in marmo»? Mistero su un furto al Museo di Damasco

La prima versione è stata fornita all’Agence France Presse; la seconda all’Associated Press. Entrambe da fonti «anonime»: le norme governative vietano infatti ai funzionari statali le dichiarazioni pubbliche

Vittorio Bertello

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Il Museo Nazionale di Damasco è temporaneamente chiuso in questi giorni in seguito al furto di diversi reperti dal suo dipartimento di arte classica, come è stato confermato l’11 novembre dalle autorità culturali siriane. Il museo, fondato nel 1919, ospita migliaia di reperti antichi, che vanno dalla preistoria all’epoca romana e bizantina, e rispecchiano così la ricchezza del patrimonio culturale della Siria.

Il furto sarebbe avvenuto la notte del 9 novembre ed è stato scoperto la mattina del 10, quando è stata trovata una porta scassinata. Una fonte anonima vicina alla direzione del museo ha riferito all’Agence France Presse (Afp) che sono stati rubati sei oggetti, descrivendoli come lingotti d’oro, ma rifiutandosi di confermarne l’età o la provenienza. Una fonte della sicurezza ha riferito all’agenzia di stampa che «diversi dipendenti e guardie del museo sono stati arrestati» dopo il furto e sono stati «sottoposti a interrogatorio prima di essere rilasciati».

Invece, secondo un funzionario della Direzione Generale delle Antichità e dei Musei siriani, che ha parlato in forma anonima all’Associated Press (le norme governative vietano infatti ai funzionari statali di rilasciare dichiarazioni pubbliche), sono state sottratte dal dipartimento di arte classica sei statue marmoree ellenistiche. Un’ulteriore «versione», raccolta e diffusa da qualche organo d’informazione ma meno verosimile, cita «sei antiche statue in oro».

Le misure di sicurezza del museo sono state rafforzate a partire dall’inizio della guerra civile siriana, durata 14 anni, e alla successiva caduta del regime di Assad, nel dicembre dell’anno scorso. L’istituzione è rimasta chiusa per sei anni durante la Guerra civile siriana e nuovamente il 7 dicembre scorso, un giorno prima che le forze anti-Assad arrivassero a Damasco, per timore di saccheggi. Il museo ha riaperto lo scorso gennaio con la sua collezione intatta, solo per chiudere nuovamente questa settimana a seguito del furto.

Il capo della polizia di Damasco, il generale di brigata Osama Atkeh, ha confermato all’agenzia di stampa statale Sana che diverse statue e oggetti da collezione di grande valore sono stati sottratti dal museo. È in corso un’indagine, ha affermato Atkeh.

Il settore artistico e culturale siriano, danneggiato e saccheggiato durante due decenni di conflitto, ha iniziato a ricostruirsi. L’antica città di Palmira è stata presa di mira nel 2014 dall’Isis, che ha condotto una campagna di distruzione contro i siti storici in Siria, Iraq e Libia. Almeno 41 importanti siti e monumenti del patrimonio culturale siriano sono stati danneggiati entro il 2015, tra cui il Tempio di Bel, il Tempio di Baalshamin, la statua del Leone di Al-lāt, la Torre di Elahbel e l'Arco di Trionfo. All'inizio di questo mese, l’Unesco e la Fondazione Aliph hanno organizzato la prima conferenza internazionale dalla caduta di Assad dedicata al restauro dei siti del patrimonio siriano.

Vittorio Bertello, 12 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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