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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliNella Cappella di San Gennaro all’interno del Duomo di Napoli, luogo simbolo della città e in una data proprio a ridosso del giorno più noto dedicato al santo patrono (oggi, 19 settembre, Ndr), la Deputazione della Cappella di San Gennaro, che custodisce il tesoro appartenente al popolo di Napoli, e il Museo del Tesoro di San Gennaro, la cui gestione è affidata D’Uva s.r.l., hanno presentato ieri il progetto di restauro e valorizzazione di trenta opere custodite presso la Cappella e il Museo di San Gennaro.
Attraverso un virtuoso rapporto pubblico-privato, l’azienda Mulino Caputo finanzierà gli interventi che verranno realizzati a partire dal prossimo ottobre da Valore Italia. In tal modo trenta manufatti, tra dipinti, busti, ostensori, calici, pissidi e altri oggetti di straordinario valore storico, artistico e devozionale, saranno sottoposti a interventi di restauro conservativo all’interno di laboratori che, allestiti nel museo, mostreranno ai visitatori le diverse fasi di lavoro.
Con il coordinamento scientifico di Chiara Rostagno, il restauro conservativo dei dipinti sarà affidato a Valentina Verzoni della Scuola di Restauro di Botticino (Francesco Solimena, «San Gennaro Benedicente», 1702; Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, attr., «Miracolo della liquefazione del sangue di san Gennaro», inizio XIX secolo), mentre quello delle opere in metallo sarà realizzato da Stefano Lanuti (prevalentemente pulitura depositi di particellato e per interventi anticorrosivi).
Alla presentazione, dopo i saluti di monsignor Vincenzo De Gregorio, abate prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro e di Francesca Ummarino, direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, sono seguiti numerosi interventi che hanno illustrato le finalità dell’operazione (Riccardo Carafa d’Andria, vicepresidente Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro; Rosalia D’Apice, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Abap) per il Comune di Napoli; Barbara Balbi, funzionaria Soprintendenza Abap per il Comune di Napoli; Ilaria D’Uva, ceo D’Uva Srl; Giovanni Lombardi, advisory board Valore Italia). In particolare Elena Fontanella, direttrice dell’Istituto italiano di cultura di Madrid, ha chiarito che a dicembre, dopo il restauro, porterà i manufatti nella capitale iberica «per rendere omaggio al legame culturale Italia-Spagna in occasione dei 2500 anni della fondazione della città di Napoli attraverso l’esposizione del Tesoro». Mentre Antimo Caputo, amministratore delegato Mulino Caputo, azienda già impegnata, in collaborazione con Valore Italia, in altri progetti culturali (il Premio Caputo, destinato agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha già intrapreso un tour internazionale con una prima tappa all’Istituto Italiano di Cultura di New York lo scorso giugno), ha dichiarato: «Noi di Mulino Caputo viviamo questo intervento come una attrazione verso Napoli e l’Italia intera: contribuire alla valorizzazione di queste opere affinché siano ammirabili in tutta la loro bellezza», sottolineando l’eccezionalità di un patrimonio artistico e devozionale che, proprio attraverso interventi di restauro conservativo, deve essere preservato.
Francesco Solimena «San Gennaro benedicente»
Ostensorio gemmato del Tesoro di San Gennaro
Amadeus Hoffman (attr.), «Miracolo della liquefazione del sangue»
Busto di Santa Chiara del Tesoro di San Gennaro
Busto di San Pasquale di Baylon del Tesoro di San Gennaro
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