«Jean-Michel Basquiat. Engadin» presso Hauser & Wirth St. Moritz

© Estate of Jean-Michel Basquiat. Concesso in licenza da Artestar, New York. Foto: Stefan Altenburger Photography Zürich

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«Jean-Michel Basquiat. Engadin» presso Hauser & Wirth St. Moritz

© Estate of Jean-Michel Basquiat. Concesso in licenza da Artestar, New York. Foto: Stefan Altenburger Photography Zürich

Suggestioni svizzere nelle opere di Basquiat da Hauser & Wirth

Ancora un mesetto per visitare il percorso espositivo che approfondisce l’intenso rapporto tra l’artista americano e il territorio dell’Engadina

Forse non tutti sanno che Jean-Michel Basquiat (New York, 1960 – New York,1988), artista americano che ha raggiunto la notorietà alla fine degli anni Settanta come membro del duo di graffitari SAMO (insieme ad Al Diaz, i suoi epigrammi enigmatici sparsi in tutta Manhattan, in particolare nel focolaio culturale del Lower East Side, dove il rap, il punk e l’arte di strada si fondevano nella prima cultura hip-hop) e i cui lavori dagli anni Ottanta  sono esposti in gallerie e musei di tutto il mondo, aveva uno stretto rapporto con la Svizzera. Questo legame pare fosse nato nel 1982 con la sua prima mostra alla Galerie Bruno Bischofberger di Zurigo. Da allora era per poi tornato più di una dozzina di volte a St. Moritz, Zurigo e Appenzell, e in altri località ancora. La regione dell’Engadina, affascinante valle di montagna nel cantone dei Grigioni, in particolare, l’aveva così colpito che, tornato in America, aveva prodotto un corpus di opere  ispirate al paesaggio alpino svizzero e alla sua cultura (certo, il tutto attraverso la lente del suo personalissimo linguaggio artistico).

«Jean-Michel Basquiat. Engadin» è il titolo della mostra allestita sino al 27 marzo nella sede di St. Moritz  di Hauser & Wirth e che ripercorre i legami del celebre artista con il Paese. Nel 1982, anno in cui, oltre alla sua prima volta da Bischofberger, Basquiat divenne uno dei più giovani artisti a partecipare a Documenta a Kassel, le influenze dei diversi paesaggi culturali di New York e della Svizzera cominciarono a prendere forma nel suo lavoro, incorporando i motivi degli impianti di risalita, degli abeti, delle montagne e delle frasi in tedesco nel suo ampio lessico visivo

A St. Moritz spicca il monumentale «The Dutch Settlers» del 1982. Composto da più tele, il dipinto è un ottimo esempio dell’«approccio innovativo di Basquiat che sposa la tecnica del “cut-up” di William S. Burroughs con un metodo simile alla tecnologia di campionamento utilizzata nell’hip hop. Il montaggio di nove pannelli di tela ha permesso a Basquiat di assemblare, combinare e ricombinare diversi campi di immagini, creando un’opera multistrato che emana un ritmo visivo descritto come un “Eye Rap” dallo storico dell’arte Robert Storr». Temi forti come la diaspora africana e la schiavitù dialogano con le suggestioni derivate dalla Regione dell’Engadina, tra alberi, monti, neve e stambecchi. 

Skifahrer (sciatore) (particolare), 1983 Courtesy Collection Carmignac © Estate of Jean-Michel Basquiat. Concesso in licenza da Artestar, New York. Foto: Thomas Hennocque

Spassosa è «Skifahrer», composizione in rosso e nero con una comica figura sugli sci così come evocativa, sepuur nel classico stile naive, «See» (lago) con uno scorcio di paesaggio locale di notte, entrambe dipinte a St. Moritz. «Queste opere facevano parte di una serie che Basquiat realizzò in occasione di una cena con dei collezionisti nella “casa di caccia” di Bischofberger, come l’artista la chiamava, cioè la casa di famiglia a St. Moritz».

Monica Trigona, 02 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Suggestioni svizzere nelle opere di Basquiat da Hauser & Wirth | Monica Trigona

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