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Rosalba Cignetti
Leggi i suoi articoliIl 4 settembre 2025, al Grand Hyatt di Seoul, si è svolto uno degli eventi più esclusivi della stagione asiatica: il Moon Party, ideato dalla K11 Art Foundation e realizzato in collaborazione con Taiko, piattaforma basata su Ethereum, specializzata nella tokenizzazione di asset reali, ovvero nella trasformazione di un bene concreto – come una casa, un’opera d’arte o una bottiglia di vino – in un «gettone digitale» (token) registrato su una blockchain. L’occasione è stata la presentazione di Upward to the Moon, una nuova installazione site-specific dell’artista cinese Huang Yulong, che ha trasformato gli spazi dell’hotel in un paesaggio visionario sospeso tra tradizione lunare asiatica e cultura digitale contemporanea. La serata ha riunito oltre 800 figure del mondo creativo e più di 200 ospiti, tra cui collezionisti, imprenditori, opinion leader e partner internazionali. Insieme a Taiko e K11, hanno sostenuto l’iniziativa brand globali come Maserati, Hypebeast e Helinox, a conferma della crescente convergenza tra arte, lusso e innovazione tecnologica. Il progetto non si è limitato all’allestimento fisico. Grazie a Taiko, i partecipanti hanno potuto accedere a un’esperienza digitale esclusiva: 24 oggetti da collezione e NFT in edizione limitata, coniati in tempo reale, che hanno permesso di portare a casa non sia un ricordo dell’evento, che un frammento autentico di blockchain art. Un modo per rafforzare il legame tra l’opera e la comunità dei partecipanti, rendendoli parte attiva di un rituale contemporaneo.

Per la K11 Art Foundation, fondata a Hong Kong da Adrian Cheng e oggi tra i più influenti hub asiatici di sperimentazione culturale, il Moon Party rappresenta la conferma di una linea curatoriale che unisce arte contemporanea e lifestyle di alta gamma, in dialogo diretto con i grandi brand e le tecnologie emergenti. Un caso emblematico di ibridazione tra settori: un’azienda tecnologica come Taiko, nata nell’ecosistema Web3, incontra una fondazione privata che ha fatto della cultural entrepreneurship la propria cifra, trovando sponde naturali nel mondo del lusso e dei media. L’arte diventa così piattaforma di brand experience, capace di parlare a pubblici esclusivi ma anche di costruire nuove forme di comunità attorno a valori come innovazione, appartenenza e identità urbana. La sfida, naturalmente, resta quella dell’autenticità. Perché un’operazione del genere non sia solo un esercizio di marketing, occorre che i progetti artistici mantengano integrità e che la dimensione digitale non sia un semplice gadget, ma parte integrante della ricerca creativa. In questo senso, la scelta di Huang Yulong, artista che lavora da tempo sulle intersezioni tra cultura pop, spiritualità e tecnologia, appare perfettamente in linea con la visione condivisa.
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