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«Puff Marshie» (2006) di Yoshitomo Nara

Cortesia di Blum Sato «Meadow»

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«Puff Marshie» (2006) di Yoshitomo Nara

Cortesia di Blum Sato «Meadow»

Tokyo Gendai punta sulla qualità delle opere

La fiera giapponese si è conclusa con buone vendite e un pubblico internazionale. Ora la città aspetta una nuova apertura importante: Pace Gallery

Carlotta de Volpi

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La seconda edizione di Tokyo Gendai (5-7 luglio, anteprima vip il 4 luglio), con 69 gallerie partecipanti, si è conclusa con un significativo aumento delle vendite e con un pubblico di visitatori proveniente da 40 Paesi, a dimostrazione del crescente interesse e dell’importanza che la manifestazione sta acquisendo nel panorama artistico contemporaneo. Durante la conferenza stampa, Magnus Renfrew, co-fondatore insieme a Eri Takane, ha enfatizzato l’entusiasmo e il sostegno che le gallerie giapponesi hanno dimostrato a seguito della prima edizione della fiera. «Iniziative come Tokyo Gendai possono agire da catalizzatrici per sviluppare la scena artistica giapponese e migliorare la posizione del Paese nel panorama artistico globale», che continua a essere penalizzata dalla tassa del 10% sulle opere d’arte importate. Come auspicato dai fondatori lo scorso anno, la fiera sembra già aver aperto le porte ad altre realtà internazionali interessate al Giappone; anche a Pace Gallery (che inaugurerà ufficialmente la sua sede di Tokyo a settembre) è stata concessa la stessa agevolazione fiscale sull’imposta concessa dal governo alla fiera e che storicamente ha causato resistenza da parte delle gallerie nell’inserirsi nel mercato locale (chi importa opere in Giappone deve pagare infatti una tassa del 10% sul valore delle stesse semplicemente per introdurle nel Paese). A «Il Giornale dell’Arte», Renfrew ha confermato la fiducia che Tokyo possa affermarsi come una delle capitali più influenti del mercato dell’arte, sottolineando che «è un lavoro in corso e affinché porti risultati duraturi ci vorrà tempo e uno sviluppo graduale, focalizzato sulla qualità delle opere selezionate». Pace Gallery (New York, London, Seul, Hong Kong, Ginevra, Los Angeles e presto Tokyo) ha riservato il suo stand a una selezione di nuovi disegni iperrealisti, realizzati a carboncino, di Robert Longo; tutti venduti (o riservati) già dall’anteprima vip, principalmente a collezionisti locali, con prezzi compresi tra 90-750mila dollari.

Robert Longo da Pace Gallery, Tokyo Gendai, 2024 © Robert Longo _ Artists Rights Society(ARS), New York. Cortesia di Pace Gallery. Foto di Yulia Skogoreva

Sundaram Tagore Gallery (NY, Singapore, Londra) ha venduto tre dipinti di Hiroshi Senju, maestro contemporaneo della tradizionale tecnica nihonga, rispettivamente a 570mila e due a 380mila dollari, e un trittico di Miya Ando, le cui nuvole finemente acquerellate su superfici metalliche variano di colore e intensità a seconda della luce e della posizione dello spettatore, per 84mila dollari. Blum (Los Angeles, New York, Tokyo) ha ceduto un’opera del 2024 dell’acclamato artista giapponese Kenjiro Okazaki per 160mila dollari. Da Misa Shin Gallery (Tokyo) non sono passati inosservati tre nuovi lavori di Shingo Francis, dipinti astratti costituiti da decine di strati di pittura a olio, che creano delicati e incantevoli giochi di luce (prezzi compresi tra 9-21mila dollari). Tra le new entries, Alison Jacques (Londra) ha allestito uno stand interamente dedicato all’artista Sophia Barber, che ha riscosso notevole successo. Materici olii su tela, alcuni realizzati in occasione della fiera, che riprendono certi elementi del folclore giapponese (prezzi compresi tra 5-20mila sterline). Altra galleria alla sua prima partecipazione, Retro Africa (Abuja) ha venduto cinque opere, tra cui due arazzi scultorei del pluripremiato artista nigeriano Samuel Nnorom per 10mila e 17mila dollari a collezionisti giapponesi. Tra gli artisti presentati dalla Kamakura Gallery (Kamakura), tra cui era presente anche una piccola selezione di opere di Lee Ufan, l’emergente Kawauchi Rikako ha riscosso particolare successo, con una percentuale di vendita del 100% per i suoi dipinti astratti incentrati sul rapporto tra cibo e corpo.Tra gli stand della fiera si è respirata un’energia e un ottimismo palpabili, in attesa della prossima edizione di Tokyo Gendai, che, come già annunciato da The Art Assembly, si terrà dal 12 al 14 settembre 2025.

 

«Mensonges et vérités - 11» (2024) di Isabelle.D. Cortesia di Gallery Nosco

Carlotta de Volpi, 08 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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