Da sinistra, un’opera di Niele Toroni e una di Balthasar Burkhard in mostra dal 31 agosto a Zurigo

Cortesia della Galerie Tschudi

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Da sinistra, un’opera di Niele Toroni e una di Balthasar Burkhard in mostra dal 31 agosto a Zurigo

Cortesia della Galerie Tschudi

Toroni e Burkhard: la strana coppia

Nella Galerie Tschudi di Zurigo inaugura una doppia personale di artisti dalle ricerche molto diverse che dialogano in perfetta sintonia 

Dopo la pausa estiva, riapre la sede di Zurigo della Galerie Tschudi con una mostra di due dei suoi tradizionali artisti, entrambi svizzeri: Niele Toroni e Balthasar Burkhard. L’esposizione, che si inaugura il 31 agosto (preview il 30) e rimarrà visibile fino al 2 novembre, è necessariamente storica e non presenta lavori nuovi in quanto Burkhard è deceduto nel 2010 e Niele Toroni, oggi ottantasettenne, da qualche anno non produce più opere. Ciononostante, la mostra ha diversi motivi di interesse. Innanzitutto, nel mare magnum degli artisti «mordi e fuggi» buoni per una o due esposizioni prima di essere destinati al macero, è sempre una bella occasione ritrovare due grandi artisti che, anche se molto diversi tra di loro, hanno entrambi una lunga e proficua carriera alle spalle. Burkhard è un fotografo che a parte rare eccezioni ha sempre lavorato con il bianco e nero. Paesaggi di montagna, come il Piz Bernina, la più alta vetta delle Alpi Orientali, scorci di mari in tempesta, città, ma anche nudi come il bellissimo torso di schiena esposto in mostra: questi sono i suoi soggetti preferiti. Di Niele Toroni si sa che per tutta la vita ha dipinto uno stesso segno ripetuto migliaia e migliaia di volte con un pennello n. 50 a distanza di 30 cm l’uno dall’altro. Alle volte l’opera è composta da un solo segno, altre volte da dieci, come nell’immagine che raffigura uno dei suoi lavori in mostra. Difficile dire a tavolino che cosa accomuna i due artisti. Ma il risultato è sorprendente: la mostra funziona ed è questo l’altro motivo di interesse

Burkhard e Toroni sono nati a pochi anni di distanza ma questo, a parte la condivisione degli stessi eventi storici e sociali, non vuol dire molto. Qui entra in ballo la maestria di Elsbeth Bisig che nel 1985 fondò la galleria insieme a Ruedi Tschudi (poi deceduto nel 2019) e che tuttora gestisce gli spazi di Zurigo e di Zuoz. La sua capacità curatoriale, oltre che di gallerista, è qui messa in evidenza. Non tutti i galleristi riescono a trovare così bene connessioni tra artisti che si cimentano con mezzi e soggetti così diversi. C’entra sicuramente il fatto che Elsbeth Bisig ha lavorato per una vita insieme ai due artisti. La prima mostra di Burkhard in galleria risale al 2001 e, anche allora, era una mostra congiunta con un altro artista (in quell’occasione Carl Andre). La prima esibizione di Niele Toroni è addirittura nel 1993. È evidente che 23 e 31 anni condividendo mostre personali, collettive, partecipazione a fiere, cene e chissà quante chiacchierate hanno fatto sì che si stabilisse tra gli artisti e la gallerista una relazione tale da darle la sicurezza di poter montare una mostra come questa, piena di grazia e bellezza.

Giorgio Guglielmino, 27 agosto 2024 | © Riproduzione riservata

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