Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Troppo grandi: ecco perché «Le Nozze» di Veronese sono rimaste al Louvre

Non tutte le opere saccheggiate da Napoleone vennero restituite alle loro collocazioni originarie. La più famosa ed emblematica è l’enorme dipinto di Paolo Veronese «Le Nozze di Cana» (1562-63). Questo «colossal biblico» con elementi veneziani contemporanei, un olio su tela di 70 metri quadrati, venne realizzato per il refettorio progettato da Palladio nel monastero benedettino in San Giorgio Maggiore e dominò quella sala tra il 1563 e il 1797. Le truppe di Napoleone usarono il monastero come loro quartier generale in città, dando inizio a un processo di declino in San Giorgio che venne arrestato solo più di 150 anni dopo, quando il Governo italiano lo assegnò alla Fondazione Cini. Napoleone non mise mai piede a Venezia (gli storici hanno speculato sul fatto che il suo bottino nella Serenissima sarebbe stato molto più esteso se lo avesse fatto). Se i Cavalli di San Marco sono un simbolo più rappresentativo dell’annientamento della Repubblica da parte dell’imperatore, nessun atto riflette meglio la scala e l’ambizione dei suoi saccheggi quanto la rimozione del dipinto di Veronese, che venne strappato dal muro del refettorio per il quale era stato concepito, arrotolato e spedito a Parigi. Era talmente grande che quando si trattò di restituire le opere dopo la caduta di Napoleone, «Le Nozze di Cana» venne ritenuto impossibile da restituire. Rimane l’opera di maggiori dimensioni nell’intera collezione del Louvre. 


Ben Luke, 20 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Alla Fondation Beyeler assistiamo all’esplorazione geografica e mentale che il pittore fece alla ricerca della purezza cromatica. Assenti, purtroppo, le opere custodite a Mosca

Nelle opere ispirate da credenze mistiche o religiose, il problema non sta nelle idee in sé, ma nel modo in cui vengono realizzate ed esplorate

Il curatore spiega il suo pensiero alla base di «Stranieri Ovunque», la mostra della Biennale di Venezia più eterogenea di ogni tempo: 332 artisti tra professionisti, outsider e riscoperte provenienti da America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia 

Noam Segal, specialista in AI per il Guggenheim di New York, chiarisce che senso abbia per gli artisti operare con questa forma diversa di intelligenza o di pensiero e con un costo ambientale immenso

Troppo grandi: ecco perché «Le Nozze» di Veronese sono rimaste al Louvre | Ben Luke

Troppo grandi: ecco perché «Le Nozze» di Veronese sono rimaste al Louvre | Ben Luke