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Un render del Centro delle Culture del Mediterraneo di Reggio Calabria su progetto di Zaha Hadid Architects

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Un render del Centro delle Culture del Mediterraneo di Reggio Calabria su progetto di Zaha Hadid Architects

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Un nuovo Centro firmato Zaha Hadid affaccerà sullo Stretto di Messina

Sul lungomare di Reggio Calabria 24mila metri quadrati all’insegna della sostenibilità ambientale faranno da cornice a gallerie espositive permanenti e temporanee, un acquario, strutture congressistiche, un auditorium e spazi educativi

Elena Franzoia

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È stata finalmente posata la prima pietra del Centro della Cultura del Mediterraneo, che anche grazie alla prestigiosa firma internazionale di Zaha Hadid Architects si annuncia come opera di punta della riqualificazione del waterfront di Reggio Calabria. «È un investimento in cultura, che è la nostra ricchezza, insieme al nostro mare, ha affermato il sindaco Giuseppe Falcomatà. Un investimento in turismo, che è il nostro futuro perché il Centro può davvero diventare uno dei principali attrattori turistici del Mediterraneo, e va esattamente nella direzione della candidatura della nostra città a capitale italiana della cultura 2027». 

«Fummo accusati di avere de-finanziato l’opera, ha affermato ancora Falcomatà, che ha ricordato come l’idea fosse maturata durante il controverso mandato del suo predecessore Giuseppe Scoppelliti. In realtà abbiamo messo in sicurezza il progetto, perché le risorse del decreto Reggio non garantivano la possibilità di realizzarlo. Lo abbiamo finanziato con uno dei 14 progetti bandiera voluti dal ministro Franceschini e abbiamo aggiunto un’ulteriore parte, circa la metà dei fondi necessari, all’interno della programmazione dei fondi europei 2021-2027, per un totale di 121 milioni di euro». 

«Si tratta di un progetto che negli anni si è dovuto adeguare alle nuove normative rispondendo ai più avanzati criteri ambientali, spiega invece Filippo Innocenti, direttore dello studio londinese Zaha Hadid Architects. Essere al centro di rotte commerciali ed ecosistemi marini di eccezionale biodiversità ha posto Reggio Calabria al centro della storia del Mediterraneo e del suo futuro». 

Esteso su 24mila metri quadrati, il nuovo Centro integrerà i musei archeologici e d’arte esistenti creando un nuovo parco urbano costiero che, contribuendo alla riqualificazione di un lungomare che ha subìto decenni di erosione e degrado ambientale, offrirà viste mozzafiato sullo Stretto di Messina e la Sicilia. Il nuovo Centro accoglierà infatti 7mila metri quadri di gallerie espositive permanenti e temporanee, oltre a un acquario di 4500 metri quadrati, strutture congressistiche multifunzionali, un auditorium per spettacoli e spazi educativi pensati soprattutto per la fruizione scolastica. Delle dotazioni faranno parte anche spazi per il tempo libero, un bookshop e un ristorante-caffetteria con vista sul porto. Alla plastica risoluzione formale del complesso, che ricorda una stella marina, sono sottese avanzate tecnologie di modellazione digitale

Il Centro alterna infatti quattro volumi architettonici principali, raccordati da un grande atrio di accesso, a corti aperte, che risultano riparate dalla fortissima luce solare di una delle città più meridionali d’Europa e dai forti venti settentrionali incanalati dallo Stretto durante l’estate. Un aspetto fondamentale della progettazione energetica passiva dell’edificio è la facciata, resa opaca al 90% dall’utilizzo di pannelli in alluminio anodizzato di provenienza locale, adatti all’ambiente marino, e caratterizzata da ampi sbalzi pensati per una significativa mitigazione del calore solare proveniente da tutte le direzioni, incluso il riflesso del mare. Riciclabilità e facilità di fabbricazione ridurranno al minimo manutenzione, sostituzione e spreco di materiali, contribuendo a un minore impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita del centro. L’approccio sostenibile si traduce anche nell’uso della ventilazione ibrida e nella gestione integrata dell’acqua, oltre che nella fondamentale presenza di un grande parco ispirato al paesaggio della macchia mediterranea, con ben 60 varietà di piante autoctone

Elena Franzoia, 10 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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