Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Daria Berro
Leggi i suoi articoliVenti secoli di storia, 5 siti e 14 punti di interesse, più di 5mila dati di schede archeologiche, 6 strumenti digitali: sono i numeri che caratterizzano «Heritage al Celio», un'esperienza di fruizione immersiva e digitale che intreccia archeologia, memoria urbana e Intelligenza Artificiale per riscoprire il colle romano.
Frutto di un lavoro di un lavoro di ricerca, mappatura, digitalizzazione e storytelling, condotto da CoopCulture in collaborazione con Heritage S.r.l., gisAction by TeamDev e MemorAIz, sotto la direzione scientifica del professor Paolo Carafa, ordinario di Archeologia classica alla Sapienza Università di Roma, il progetto ha l’obiettivo di rendere disponibile a un pubblico ampio un ricchissimo patrimonio storico e archeologico, spesso difficile da decifrare, se non invisibile nel tessuto urbano contemporaneo.
«Rendere visibile ciò che il tempo ha nascosto e comprensibile ciò che è difficile da leggere: è questa la sfida che ci siamo posti, spiega Elisabetta Bruno, responsabile del progetto per CoopCulture. Con questo lavoro vogliamo avvicinare le persone al patrimonio, attraverso linguaggi comprensibili e strumenti coinvolgenti, pensati per un pubblico sempre più digitale e sempre più eterogeneo».
Grazie a tecnologie avanzate come i Sistemi Informativi Geografici, l’IA, i virtual tour, le StoryMaps e le audioguide personalizzate, la passeggiata archeologica digitale lungo il Clivo di Scauro consente di esplorare 5 tappe principali, ognuna delle quali offre al visitatore contenuti narrativi, approfondimenti tematici, immagini storiche e ricostruzioni digitali. L’intero progetto è pensato per una fruizione in loco e da remoto, da web o mobile con Web App, StoryMaps, Virtual tour, che accompagnano la visita e infine attraverso un totem interattivo installato presso le Case Romane del Celio per un’esplorazione in loco dei contenuti.
Dopo la presentazione ufficiale del 9 luglio sarà fruibile attraverso la piattaforma digitale, l’installazione interattiva presso le Case Romane del Celio e le risorse online disponibili sui siti web di CoopCulture e della Fondazione Changes.
«Heritage al Celio» rientra nel partenariato esteso «Changes-Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society», finanziato dall’Unione Europea - NextGenerationEU, nell’ambito del Pnrr, e si sviluppa all’interno dello Spoke 8 «Sustainability and resilience of tangible cultural heritage» del programma Changes, con il contributo dell’archeologa Paola Palazzo. Il progetto rappresenta una delle prime applicazioni concrete dei principi che guidano Changes: unire la ricerca accademica e l’innovazione tecnologica alla partecipazione civica per generare nuove forme di conoscenza e fruizione del patrimonio culturale, sperimentando modelli replicabili e scalabili, in grado di adattarsi ad altri contesti urbani e territori archeologici, anche al di fuori della città di Roma. Last but not least, ha l’obiettivo di definire nuove soluzioni per affrontare tematiche di interesse sociale quali la transizione digitale, la sostenibilità, la conservazione verde e la riduzione del rischio contro il cambiamento climatico.
Il Parco Archeologico del Celio. Foto © Cristina Annibali/Krinaphoto
Il Clivo di Scauro al Celio. Foto © Cristina Annibali/Krinaphoto
La Basilica dei Santi Giovanni e Paolo al Celio. Foto © Cristina Annibali/Krinaphoto
Altri articoli dell'autore
Alla Scuola d’Arte dell'Università di Wolverhampton, completata nel 1969, è stato riconosciuto lo status di edificio di interesse storico e architettonico da tutelare. Nel 1982 aveva ospitato la prima National Black Art Convention
Il riconoscimento istituito nel 2015 in collaborazione con l’Unesco è rivolto a edifici in diverse categorie che combinano eccellenza estetica, rilevanza culturale, sostenibilità e impatto sulla comunità. Per i musei, premi speciali sono andati all’Audeum di Seul e al Joslyn Art Museum di Omaha
Il capolavoro quattrocentesco, realizzato da Francesco Cossa ed Ercole de’ Roberti per l'altare della famiglia di mercanti nella Basilica bolognese e smembrato nell’Ottocento, è stato riprodotto con fotografie ad altissima risoluzione
L'accordo siglato dalla Direzione generale Digitalizzazione e Comunicazione del Ministero e la fondazione con sede all'Aia è il primo di uno Stato membro dell'Ue. Entro il 2026 l'Italia s’impegna a a conferire almeno 10 milioni di record digitali aggregati con l’obiettivo di potenziare la digitalizzazione e la condivisione del patrimonio culturale italiano a livello europeo, favorendo applicazioni in ambiti come ricerca, turismo e nuove tecnologie, compresa l’IA



