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Urs Fischer, Body, 2025, schiuma di poliuretano e floccato, in 3 parti, dimensioni complessive variabili

© Urs Fischer

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Urs Fischer, Body, 2025, schiuma di poliuretano e floccato, in 3 parti, dimensioni complessive variabili

© Urs Fischer

Urs Fischer, polvere e memoria a Roma

Dal 17 settembre al 22 novembre 2025, Gagosian presenta una monografica dedicata all'artista svizzero: tra opere realizzate con la polvere e riflessioni sulla realtà

Riccardo Deni

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Urs Fischer torna a Roma con After Nature, una mostra che riflette sul corpo, sul tempo e sull’inevitabile disordine delle cose. Da Gagosian, in via Francesco Crispi, dal 17 settembre, l’artista presenta una selezione di lavori inediti: otto dipinti realizzati con polvere, una scultura abitabile e un’installazione video ispirata ai meccanismi della percezione ritardata.

La materia prima – nel senso più letterale – è la polvere raccolta dal pavimento dello studio dell'artista. Fischer la dispone su pannelli d’alluminio serigrafati, generando superfici che evocano tanto il caos del quotidiano quanto strutture celesti. Il riferimento storico, Man Ray e Duchamp su tutti, è presente ma non vincolante: il gesto si aggiorna, si sporca, diventa una mappa del presente. Le immagini riflettono la galleria stessa e oscillano tra l’astratto e il familiare, con una precisione formale che contrasta con la casualità del materiale.

Al centro dello spazio, una scultura morbida, Body, riproduce una figura femminile distesa. Il suo rivestimento mimetico e la possibilità di usarla come seduta spostano l’opera dal registro simbolico a quello esperienziale. Lo spettatore è invitato a interagire, a “stare” dentro l’opera, a diventare parte del dispositivo. Accanto, due volumi informi di colore arancio acceso completano la composizione, aprendo a letture più ambigue, organiche. Questa volta il riferimento è al progetto del 1966 di Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, P.O. Ultvedt e Pontus Hultén al Moderna Museet di Stoccolma, in cui la figura cava di una donna incinta, in scala architettonica, conteneva una sorprendente varietà di opere d’arte e progetti. 

Chiude la mostra un’installazione video che rielabora il celebre Time Delay Room di Dan Graham. Qui il ritardo tra ripresa e proiezione – cinque secondi – diventa esperienza tangibile di quanto sia fragile la nozione di presente. Lo spettatore osserva se stesso in differita, innescando una riflessione sulla distanza tra l’agire e il percepirsi, tra il vissuto e il ricordato. L'esposizone si completa infine con la scultura Dance (2025), esposta nei giardini di Villa Medici dal 18 settembre, in collaborazione con l’Accademia di Francia.

Con After Nature, Fischer non propone una narrazione lineare, ma un insieme di tensioni: tra ordine e rovina, tra arte e funzione, tra visione e memoria. È una mostra che non chiede solo di essere vista, ma attraversata.

Riccardo Deni, 13 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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Urs Fischer, polvere e memoria a Roma | Riccardo Deni

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