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Daniela Ferrari
Leggi i suoi articoliIl volume dedicato all’opera di Vasco Bendini in occasione del suo novantesimo compleanno (è nato a Bologna il 27 febbraio 1922) traccia per la prima volta il percorso dell’artista nella sua complessità e interezza, dall’esordio in pittura nell’immediato dopoguerra fino a oggi, coniugando più voci: sono quelle di Bendini, Flaminio Gualdoni, Ivo Iori e Stefano Agosti.
Emerge fin dalle prime pagine la voce autorevole e vera del pittore stesso, cui è stato chiesto di scegliere le opere da riprodurre. Si sfoglia così un florilegio, un autentico racconto di sé. Si tratta di un coinvolgimento dell’artista che vale, secondo l’intuizione di Gualdoni, come una sorta di «autoritratto in opere», innanzitutto.
È questa una monografia in cui ogni suggestione visiva trova la sua controparte nel pensiero profondo dell’artista, secondo ciò che Ivo Iori riconosce come «assonanze tra arte visiva e testo poetico». La pittura di Bendini è introdotta dalle sue stesse riflessioni nella sezione «Sull’immagine e sul fare»: aforismi che accompagnano la creazione pittorica, amplificano la visione e in essa trovano un controcanto. Si comprende come per Bendini l’atto creativo sia pensiero, psiche e voce interiore che si concretano in materia pittorica: inconscio che si sostanzia nell’atto stesso del dipingere assecondando un’attitudine allo scrutinio, alla ricerca di chiarezza, proprio attraverso l’indagine della propria vocazione. Percorso solitario e singolare quello di Bendini, ricostruito da Gualdoni orchestrandone le stagioni creative secondo un progressivo svelamento, un incedere di opera in opera che diviene racconto: una scrittura che sa rievocare la superficie pittorica. Il suo testo è un viaggio che inizia con la pittura di Bendini degli anni Cinquanta, attraversa le azioni pre poveriste e oggettuali dei Sessanta, spiega la scelta dell’inattualità che, sul finire degli anni Settanta, fa mantenere salda la ricerca dell’artista «nella misura convenzionale del quadro» per giungere alla sua pittura dell’oggi, ancora odorosa di alchimie quotidiane. Con uno sguardo che può concedersi la retrospezione e in virtù di una lontananza storica sufficiente, Gualdoni ricostruisce la sua fortuna critica nella sezione che chiama «Letture di Vasco Bendini», componendo le intuizioni salienti degli studiosi che si sono dedicati all’artista in passato intercalate a riflessioni storiche che mettono a fuoco il contesto culturale coevo.
Ritroviamo infine a chiusura del volume la scelta dei testi fondanti la storia critica dell’artista, restituiti integralmente: Arcangeli, Emiliani, Tassi, Argan, Calvesi, Villa, Baratta, Menna, D’Amico, Fossati, Guadagnini, Corà e Gualdoni, in un arco cronologico che va dal 1958 al 2010. Quanto di Bendini si coglie è, con le sue stesse parole, «uno strappo da me / qualcosa che in me muore / che rivivrà per altrui risveglio».
Vasco Bendini, di Flaminio Gualdoni, Ivo Iori, Stefano Agosti, 190 pp., ill. b/n e colore, Edizioni Grafiche Step, Parma 2012, euro 75,00