Fra i 25 reperti archeologici esposti nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, fino al 16 marzo, nell’ambito della mostra «Miti greci per principi dauni», spiccano vasi che, per le raffinate caratteristiche stilistiche, sono attribuibili a due dei ceramografi più noti della seconda metà del IV secolo a.C.: il Pittore di Dario e il Pittore dell’Oltretomba.
I 25 reperti sono il frutto di un’operazione di diplomazia culturale che ha riportato in Italia questi preziosi oggetti, illecitamente trafugati e finora esposti nelle collezioni di antichità classica dell’Altes Museum di Berlino.
L’accordo di cooperazione, portato a compimento grazie all’operato dei Carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale e suggellato dalla mostra a Villa Giulia, è stato siglato nel mese di giugno, a Berlino, tra i Ministeri della Cultura italiano e tedesco, la Fondazione per l’Eredità Culturale della Prussia (SPK) e l’Altes Museum. I reperti figuravano nell’elenco di beni trafugati da Giacomo Medici. Le azioni illecite di Medici sono ben note, e portarono alla sua condanna, nel 2009, per traffico illecito di beni culturali. Le indagini compiute sulle antichità esposte all’Altes Museum hanno potuto stabilire che i reperti furono dapprima acquisiti da una famiglia svizzera (collezione Cramer), per essere poi, successivamente, nel 1984, venduti dal commerciante di antichità Christopher Leon al museo berlinese, per la somma di 3 milioni di marchi.
Fra i reperti in mostra, con la cura di Luigi La Rocca, Massimo Osanna e Luana Toniolo, figurano due vasi attici, uno lucano, ma soprattutto un importante nucleo di vasi provenienti dalla Puglia settentrionale, area abitata dall’antica popolazione dei Dauni. Ora, grazie a un allestimento immersivo, non solo sarà possibile ammirare le antichità recuperate, parte di suntuosi corredi funebri, ma anche scoprirne nel dettaglio i miti di dèi ed eroi dipinti sulla loro superficie.
Al termine della mostra, dopo una tappa espositiva preso il Castello Svevo di Bari, i vasi torneranno in Puglia, nella terra dei Dauni, e troveranno definitiva collocazione nel futuro Museo di Foggia, presso Palazzo Filiasi, dove sono in corso lavori di restauro e adeguamento funzionale.
«Il costituendo Museo di Foggia, ha commentato il direttore generale Musei, Massimo Osanna, sarà dedicato proprio alle attività di contrasto all’illecita esportazione di beni archeologici. Un progetto di ampio respiro, dunque, che parla di diplomazia culturale, salvaguardia del patrimonio, pubblica fruizione e promozione della legalità, in un’ottica di rete e collaborazione tra istituzioni».