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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliVedovamazzei tra pochi giorni il vostro archivio di disegni si apre per la prima volta al pubblico nell’ambito della mostra «TIMELINE 1993-2025. La vita disegnata dei Vedovamazzei» a cura di Irina Zucca Alessandrelli, realizzata per la Milano Drawing Week. Che cos’è questo archivio di disegni e come lo avete composto negli anni e in che senso rappresenta «La vita disegnata di Vedovamazzei»?
Dagli anni ’90 a oggi Vedovamazzei ha realizzato opere grafiche su varie superfici che vanno dalla comune carta al cartone alla tela e con varie tecniche tra le quali pennarelli ad acqua, matite colorate, matite grasse, penne, grafite, acquerelli, olii. Un decennio è stato raccolto in una pubblicazione: The Natural History of Vedovamazzei nel 2000 di circa 350 tra acquerelli e disegni. Una sorta di autobiografia per immagini. Nel 2024 abbiamo iniziato un lavoro enciclopedico, una raccolta di opere, che narrano gli eventi principali di un determinato periodo organizzati anno per anno. Gli «Annali» sono in ordine cronologico e partono dal Volume Primo che inizia dal 1990 al Volume Quinto che termina con il 2024. Gli eventi vengono riportati in ordine temporale, suddivisi per anni. I temi dei disegni sono molto vari e vanno dalle originali reinterpretazioni dei propri lavori prodotti in questi anni, a scritti, schizzi e progetti mai realizzati. Non vi è necessariamente un’analisi approfondita o interpretazione degli eventi, ma una registrazione di ciò che è accaduto. Un autoritratto in arte e un’autobiografia in letteratura. Per Vedovamazzei il disegno può essere un postumo di un’opera già realizzata, un appunto, un post-it da ricordare. Per la mostra «TIMELINE 1993-2025. La vita disegnata dei Vedovamazzei» realizzata per la Milano Drawing Week, abbiamo selezionato con Irina una quarantina di disegni su quaderni e altri realizzati su album come serie e/o sfusi.
Che rapporto avete con il disegno e come è cambiato, se lo è, in relazione all’evoluzione dei mezzi linguistici che ha interessato questo arco temporale che va dal 1993 al 2025?
Il nostro rapporto con il disegno ha sempre lo stesso approccio dal ’93. Nonostante l’evoluzione costante dei mezzi linguistici, la matita e il foglio come il libro sono immutati. È un mezzo compiuto.
Ci sono altre serie di lavori nella vostra produzione che coprono un arco temporale così ampio?
Si, c'è una serie di lavori che abbiamo titolato «Early Works» portati avanti dal 1991 e che continua sino ad oggi il cui risultato visivo-formale si traduce a volte in pitture, in disegni e altri in sculture. Sono le opere di grandi artisti famosi del passato e del presente che noi ipotizziamo realizzate dal bambino artista con lo stesso talento dell’età matura. Essi sono stati realizzati da bambini e riprodotti poi da noi con formati e tecniche diverse pur mantenendo la mano grafica infantile.
Come avete pensato l’allestimento di questa mostra insieme alla curatrice Irina Zucca Alessandrelli in un luogo così particolare, come la Cittadella degli Archivi, che ospita anche un altro vostro lavoro, il neon «Boccioni»?
Una luce al neon della firma autografa di Boccioni. La firma occupa un frammento di cielo, il quale diventa di sua proprietà. Il luogo è stato scelto da Irina, la sua idea era di mostrare il nostro archivio privato all’interno dell’archivio di Milano, nonché secondo archivio di documenti su carta più grande d’Europa appunto. Così dopo qualche anno ritorniamo per raccontare alla Cittadella degli Archivi il nostro archivio tra documenti e memorie di Milano.
La Milano Drawing Week pone in dialogo le opere su carta di Maestri del Novecento con l’opera su carta di autori contemporanei. Se poteste scegliere di attivare un dialogo con i vostri disegni, con quale autore vi piacerebbe essere affiancati?
Lucio Fontana e Mario Sironi.
Vedovamazzei, «Atomic Bomb», 2024
Vedovamazzei, «Madrid», 2009