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Beatrice Timillero
Leggi i suoi articoliVictoria Mirò
Incroci del Passato (Crossroads of the Past)
Fino al 13 dicembre 2025
La mostra presenta le riflessioni su pannello dell’artista Richard Ayodeji Ikhide (Lagos, Nigeria, 1991), concepite nel suo periodo di residenza presso gli spazi veneziani della galleria. Si tratta di una serie di dipinti realizzati secondo le antiche tecniche dei maestri bassomedievali italiani, eseguiti utilizzando la tempera all’uovo e raffiguranti icone infuse di nuovi miti e personalità. Come si evince dal testo critico redatto dalla storica dell’arte e curatrice Minna Moore Ede, le rielaborazioni di Ikhide sembrano seguire rappresentazioni archetipiche junghiane più che un canovaccio cattolico, mescolando esperienze private dell’artista a simbologie appartenenti alla cultura nigeriana.
A plus A
Neither artificial nor intelligent
8 febbraio 2026
L’artista turco Ahmet Öğüt propone una riflessione sottile sulla condizione degli artisti oggi, rispetto anche al confronto con situazioni come il dirompente avanzare dell’intelligenza artificiale. Dipingendo cinquanta ritratti di artisti da lui incontrati o talvolta fittizi, nel corso di tre anni Öğüt ha cercato di mapparne non solo i tratti ma le emozioni, a partire da una sua personale condizione di solitudine e disagio. I dieci ritratti esposti nella galleria, tutti dello stesso formato, suggeriscono una problematica ancor più ampia: lo scomparire progressivo della figura dell’artista come persona, eclissata dal valore della sua produzione e dalla voracità del sistema dell’arte stesso. L’allestimento esaspera questa tematica, giocando su diversi punti di vista possibili grazie a un sistema di pannelli opacizzanti.
Scuola Piccola Zattere
R.S.V.P. Résonnez, S’il Vous Plaît
La collettiva presentata a Scuola Piccola Zattere restituisce il lavoro svolto dagli artisti nel periodo di residenza presso la struttura nel corso dell’anno. Nonostante l’acronimo sia involontariamente riferito alla sfera della comunicazione commerciale, R.S.V.P. omaggia la teoria dei cicli di Lawrence e Anna Halprin, relativi all’identificazione di una particolare sinergia tra sistemi di partitura e attitudine all’ascolto. Su ritmicità, segmentazione e comunicazione ruotano quindi le opere di Aliaskar Abarkas (Isfahan, Iran, 1994), Nabil Aniss (Meknès, Marocco, 1990) e Diana Anselmo (Palermo, 1997), con la partecipazione speciale del duo di architetti Lemonot e della curatrice Maria Eugenia Frizzele, rappresentanti in questo caso del progetto Osservatorio Sant’Anna.
Le curatrici, Irene Calderoni e Margherita Falqui, invitano inoltre il pubblico a esplorare il nuovo spazio dedicato alla lettura, libero e gratuito, realizzato in collaborazione con la casa editrice indipendente MACK.
Ahmet Öğüt I neither artificial nor intelligent I A plus A, Clelia Cadamuro
Bariovier&Toso ARTE
Perdersi in un biccher d’acqua
Fino al 21 giugno 2026
La terza mostra per la galleria istituita all’interno del Palazzo Barovier&Toso, azienda già celebre in tutto il mondo per la produzione di vetro di Murano, vede partecipare alla sfida prevista dal concept della sezione arte Fabrizio Plessi, videoartista (e non solo) di fama mondiale. L’idea intrigante è questa: dare l’opportunità ad artisti che raramente nel corso della carriera si sono confrontati con il vetro, di utilizzarlo come materiale principale per le loro creazioni. Per l’occasione Plessi ha ideato un set di bicchieri e bottiglie in cui la forma romanda al contenuto; il movimento turbolento dell’acqua versata infatti non è più interno ma esterno, cristallizzato nelle forme stese del vetro. Insieme a un’intrigante boccetta di profumo incassata a parete, a concludere la mostra vi è una scenografica installazione di grande formato, circondata da quattro storici lampadari Barovier&Toso.
Fondazione De Santillana
The Archive Capsule II: Bindu
Fino al 18 luglio 2026
Continuando a parlare di vetro, la fondazione De Santillana ha di recente inaugurato The Archive Capsule II: Bindu, seconda mostra di un ciclo dedicato alla vastissima produzione di Laura de Santillana (Venezia, 1955-2019), artista e designer. L’esposizione si concentra su una selezione di opere realizzate tra il 2003 e il 2012, un decennio che l’artista ha dedicato prevalentemente alla ricerca. Viaggiando per l’Asia meridionale, orientale e nel Sud-Est asiatico, de Santillana viene influenzata da diversi aspetti della cultura orientale. Le tracce di questa contaminazione sono esibite nell’archivio sotto forma di corrispondenze, appunti, disegni e fotografie, allestite assieme alle sculture su dispositivi espositivi progettati dallo studio ZAVEN, che ha tradotto in una nuova configurazione spaziale l’idea di libreria di tablets già sperimentata dall’artista.
Ncontemporary
Geografie invisibili
La mostra personale dedicata all’artista Elena Ceretti Stein (Milano, 1981), come la rivoluzione copernicana ribalta la concezione dello spettatore, offrendo un racconto in cui l’essere umano non è più al centro del proprio sé ma è destinato a ritrovare la propria essenza nelle stelle. Se antropologicamente è evidente che ogni uomo e donna si siano ispirati al cielo per ricercare e trovare la propria umanità, Ceretti Stein mette in dubbio il soggetto stesso, concentrando in un’opera a pavimento una moltitudine di cieli appartenenti a diverse culture e tradizioni. L’ispirazione è la stessa anche per gli altri lavori, realizzati in tecnica mista con l’obiettivo di reinterpretare simboli antichi in chiave contemporanea, riattivando energie che spingano alla riflessione sul rapporto tra umano e non umano.
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