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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliCastel Sant’Elia (Vt). Inaugura domani primo giugno alle ore 19 nell’ex Oratorio di Sant’Anna nell’omonima piazza, il Museo Comunale della Spiritualità «Don Giovanni Rosavini» (abate cistercense, restauratore di antiche abbazie dell’Ordine, studioso delle tradizioni religiose monastiche), una raccolta davvero rara e preziosa di 28 paramenti liturgici che rappresentano il più cospicuo nucleo del genere riferibile all’Europa medievale. La storia di questo tesoro affonda le sue radici nel VI secolo, chiama in causa gli ordini benedettino e cistercense, la produzione tessile arabo-normanna e dell’Egitto copto, la devozione locale e gli studiosi europei che lo hanno riscoperto e studiato. I paramenti, forse prodotti negli opifici tessili di Palermo, i tiraz del periodo della dominazione araba, comprendono pianete, dalmatiche, mitre e rarissimi sandali pontificali. La loro presenza in loco si deve probabilmente all’importanza che basilica e monastero di Sant’Elia raggiunsero dall’XI al XIII secolo.
Il precedente allestimento risaliva ai primi anni Cinquanta, in un piccolo ambiente del vicino Santuario Maria SS. ad Rupes, all’interno di vetrine che oggi reputiamo inadeguate ma che allora li tirarono fuori, per esporli per la prima volta al pubblico, da cassapanche e altri contenitori. Nel 2001 partì il primo pronto intervento, multidisciplinare, da parte dell’Iscr, poi i restauri proseguirono a tranche fino a oggi che, ultimati, saranno illustrati da Marica Mercalli, già direttrice dei lavori Iscr e oggi alla guida della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, dalla restauratrice Silvia Checchi e dal fisico Elisabetta Giani.
Il lavoro di recupero e di riallestimento museale di questi delicatissimi manufatti tessili e in pelle è stato impegnativo e ha coinvolto istituzioni centrali e locali e, nello specifico, storici dell’arte specialisti di tessuti, restauratori di tessili e del cuoio, esperti scientifici per l’analisi dei materiali, architetti e fisici per il controllo microclimatico, varie allieve della Scuola Iscr e alcuni collaboratori esterni. Per la conservazione è previsto un piano di manutenzione con rigide verifiche e controlli periodici.

Dettaglio di una delle pianete di Castel Sant’Elia; in evidenza il frammento di tessuto «ad arazzo» riposizionato sulla pianeta, dopo il restauro (foto di Edoardo Loliva ©ISCR-MiBACT)

Calzari pontificali con decorazioni ad arabesco in pelle dorata e con fodera in pelle allumata (XIII secolo), dopo il restauro (foto di Angelo Rubino ©ISCR-MiBACT)

Il Laboratorio di restauro dei manufatti tessili dell’ISCR

Una veduta della Basilica di Sant’Elia e della valle Suppentonia (foto Spazio Visivo)

Esterno della Basilica di Sant’Elia, secc IX-XII (foto Spazio Visivo)

Mitra aurifregiata, prima metà del XIII secolo, retro, dopo il restauro (foto di Edoardo Loliva ©ISCR-MiBACT)
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