Il KW Institute for Contemporary Art di Berlino propone dal 9 febbraio al 5 maggio «David Wojnarowicz: Photography and Film 1978-1992», la prima monografica dedicata all’opera fotografica e video dell’artista, scrittore e attivista statunitense (1954-92).
Curata da Krist Gruijthuijsen, l’esposizione presenta oltre 150 tra provini di stampa fotografica, serigrafie, filmati in 16m e Super8, e alcune opere video collaborative realizzate dagli esordi nell’East Village di New York a cavallo tra anni ’70 e ’80, fino alla morte per Aids. Tra queste, una videoinstallazione ospita le proiezioni del pluricensurato cortometraggio muto «A Fire in my Belly» (1986-87) e di «ITSSOFOMO» (1989), realizzato con il musicista Ben Neill.
Oltre a drammatiche vicende personali che lo accompagnano sin dall’infanzia, la malattia assume un ruolo fondamentale nella lunga battaglia dell’artista per i diritti delle persone affette dal virus dell’Hiv, e allo stesso tempo si riflette nella sua produzione artistica, con opere intime e di intenso fervore politico. Abbracciando una varietà di linguaggi espressivi tra cui, prima tra tutti, la letteratura, insieme all’utilizzo di materiali trovati e di recupero.
In concomitanza alla mostra, nell’ambito del quarantesimo anniversario del programma culturale della Berlinale Panorama, saranno presentati il cortometraggio «Fear of Disclosure» (1989) di Phil Zwickler e David Wojnarowicz e il documentario d’essai «Self-Portrait in 23 Rounds: A Chapter in David Wojnarowicz’s Life 1989-1991» (2018) della fotografa e filmmaker francese Marion Scemama.