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Emmanuele Bo
Leggi i suoi articoliOra è stato riportato alla luce il nucleo più antico, quello che permetterebbe di retrodatare almeno di tre secoli e durante la dominazione longobarda le origini della città: si tratta del «Castrum Robureti», meglio noto come Rovereto.
In piena epoca basso medievale, questo abitato contribuirà alla nascita di Alessandria, insieme agli altri sette «loca»: Marengo, Foro (Villa del Foro), Oviglio, Gamondio (Castellazzo Bormida), Bergoglio (corrispondente all’attuale Cittadella), Solero e Quargnento. Rovereto si trovava nell’attuale zona della Chiesa di Santa Maria di Castello, e proprio quest’area è stata oggetto alla fine dell’estate di un’intensa indagine archeologica, coordinata e diretta da Alberto Crosetto (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo) nel quadro della risistemazione della piazza progettata dal Comune di Alessandria.
L’intervento ha permesso d’individuare le fasi di frequentazione del sito, che si possono collocare tra VIII e X secolo. «Si deve attendere la conclusione del lavoro di sistemazione dei dati e della pulizia dei reperti, da parte de Lo Studio srl di Alessandria, precisa Crosetto, ma il ritrovamento rappresenta comunque un importante tassello, che conferma l’interpretazione delle prime fasi di vita della città, prima ancora che divenisse tale nel XII secolo».
Rovereto rappresentava un punto strategico, crocevia tra Acqui Terme, Pavia (capitale del regno longobardo) e Vardacate (Casale Monferrato). «All’interno della cinta difensiva compaiono le prime tracce di abitazioni lignee (capanne) e le tracce di lavorazioni artigianali (fornetti, cave di argilla), continua Crosetto. Allo stesso tempo viene fondato il primo edificio di culto: la chiesa di Santa Maria, i cui resti sono ancora conservati sotto l’attuale chiesa di Santa Maria di Castello».
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