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Ritratto di Moderata Fonte, autrice dell’opera «Il merito delle donne», libro pubblicato postumo nel 1600

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Ritratto di Moderata Fonte, autrice dell’opera «Il merito delle donne», libro pubblicato postumo nel 1600

Il merito delle donne irrita ancora i maschi

Vita e opere di 56 grandi storiche dell’arte, oggetto di pregiudizio da parte dei colleghi

Arabella Cifani

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Mi è capitato, ma sarà capitato anche a molte altre colleghe. Quando ti chiedono che mestiere fai e rispondi «la storica dell’arte» la replica è: «Ma che bel lavoro! Proprio adatto a una donna!». Una considerazione che mi ha sempre riempita di rabbia. Ma perché? Fare la storica dell’arte è un mestiere delicato? Per signorine di buona famiglia? Un passatempo elegante per donne sfaccendate? Sarebbe ora di finirla con queste gabbie mentali.

La storia dell’arte è una disciplina seria, riservata a un gruppo ristretto di persone
(donne e uomini che siano), perché richiede doti e talenti non comuni e soprattutto uno studio continuo e profondo e una passione che va oltre e sopra ogni difficoltà. Fare la storica dell’arte è una professione difficile che spesso implica doti managerali nella gestione di patrimoni, pubblici o privati, conoscenza di lingue e di molti saperi, e la capacità di confrontarsi con un mondo culturale e scientifico internazionale, esigente e critico.

Mi ha perciò commossa leggere il denso volume che l’Università di Genova, raccogliendo gli atti di due convegni, ha recentemente dedicato alle donne storiche dell’arte. Sono 56 figure di donne storiche dell’arte europee indagate e studiate, alcune per la prima volta, in una lunga carrellata curata da Eliana Carrara e Patrizia Dragoni.

Le donne non sono né più né meno brave degli uomini come storiche dell’arte, ma ce ne sono state di straordinarie, quasi mai ricordate neanche a livello di citazioni, in una sorta di damnatio memoriae che, con buone ragioni e precise esperienze personali, ritengo che gli storici dell’arte maschi abbiano spesso attuato per invidia e desiderio di prevalere. A volte, poi, sono le donne le prime nemiche di sé stesse e nelle università; ad esempio, può capitare di assistere, ancora oggi, al fenomeno, ridicolo e imbarazzante, delle assistenti del professore maschio, vestali che lo seguono, scrivono come lui, ne propagano acriticamente il pensiero. Fortunatamente sta fiorendo una nuova generazione di critiche e storiche dell’arte che procede autonomamente, nata su un ponte di cadaveri (di altre donne che non ce l’hanno fatta), per dirla alla Teilhard de Chardin (filosofo gesuita e paleontologo francese di fine ’800, Ndr).

A quante donne è stato infatti negato il diritto di evolversi nel pensiero artistico? La possibilità di approfondire gli studi di arte viaggiando e confrontandosi con altri studiosi? Ora tutto ciò sta cambiando. Ma quanto deve la storia dell’arte italiana ed europea alle donne? Da quella Moderata Fonte (1555-92) che scrisse a Venezia Il merito delle donne, pubblicato postumo nel 1600, dove rivendicava l’autonomia del pensiero e del giudizio artistico femminile, alle notazioni sette/ottocentesche di Elisabeth-Louise Vigée Le Brun e di Madame de Staël, ai primi tentativi inglesi di Elizabeth Eastlake, Emilia Francis Dilke e altre del XIX secolo di uscire dal dilettantismo e approdare a un pensiero compiuto?

E poi si arriva al Novecento dove donne forti e indipendenti si sono distinte per la portata del loro pensiero critico: Fernanda Wittgens, prima direttrice del Museo di Brera nel 1940, Paola della Pergola e Palma Bucarelli a Roma, Margherita Sarfatti a cui si deve la nascita e lo sviluppo del movimento Novecento.

Il dopoguerra ha visto progressivamente crescere il numero di donne impegnate in questo settore, attive e agguerrite nello studio e nella tutela e conservazione dei beni culturali. Oggi di storiche dell’arte autorevoli ce ne sono molte, in tutto il mondo, ascoltate e finalmente rispettate. Poiché nulla può resistere alla forza convergente d’un numero sufficientemente grande d’intelligenze raggruppate e organizzate, sono sicura che le donne arriveranno a breve a ottenere il posto che a loro compete nella storia dell’arte, rompendo il muro dell’ostinato pregiudizio che ne ha mortificato per secoli la dignità e il pensiero. Le studiose segnalate dal volume sono una prima avanguardia, molte altre aspettano di riemergere. C’è molto lavoro, per tutte.

Le donne storiche dell’arte tra tutela, ricerca e valorizzazione,
a cura di Eliana Carrara, Patrizia Dragoni, 974 pp., ill., eum, Macerata 2022, € 25

Ritratto di Moderata Fonte, autrice dell’opera «Il merito delle donne», libro pubblicato postumo nel 1600

Arabella Cifani, 20 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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