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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. Aspettando di saperne di più sul grande riordino delle collezioni che la nuova direttrice Cristiana Collu sta operando alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, domani 24 maggio alle ore 18 viene presentata la donazione di «La vie pastorale II» del 1964 di Jean Dubuffet, prima opera del grande artista informale francese, teorizzatore dell’Art Brut, a entrare nelle raccolte della Galleria.
«Jean Dubuffet non è stato solo un artista tra i più originali e innovativi del Novecento, è stato un filosofo e un riformatore che ha elaborato un pensiero e una dottrina sistematici. La sua opera, a un tempo costante e mutevole, sebbene si possa analizzare a vari livelli servendosi di diverse chiavi di lettura, deve essere intesa e vissuta nella plenarietà di un messaggio che è soprattutto di libertà: “libertà di riprendere la natura dagli inizi”». Così scriveva la critica d’arte Lorenza Trucchi, che dopo aver tenuto la tela in casa sua per oltre cinquant’anni, regalo del maestro (la dedica è ancora leggibile in basso a destro, sopra la firma e la data), ha deciso di cederla alla Galleria. Trucchi fu la prima in Italia a divulgare il lavoro di Dubuffet, una delle sue grandi passioni a cui ha dedicato volumi e mostre, dalla monografia del 1965 alla retrospettiva alla stessa Gnam del 1989-90 curata con l’ex soprintendente Augusta Monferrini, fino al carteggio con l’artista (1962-1984) pubblicato due anni fa con De Luca Editore.
Alla presentazione, al ricordo dell’artista francese e a ripercorrere la storia della loro lunga amicizia, nata da un incontro casuale del 1961 a Parigi con Renato Barilli, oltre alla Trucchi e alla direttrice della Galleria Collu, Lorenzo Cantatore, Lea Mattarella, Augusta Monferini, Edoardo Sassi, con Marcella Cossu a moderare.

Jean Dubuffet, «La vie pastorale II», 1964
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