Chiara Massimello
Leggi i suoi articoliLo scorso anno, tre fotografie passate all’asta in momenti diversi, tutte da Christie’s a New York, hanno segnato record straordinari, modificando i risultati del mercato. Per la prima volta una fotografia è stata venduta sopra ai 10 milioni di dollari, più che raddoppiando il record precedente. «Le Violon d’Ingres» di Man Ray del 1924, comparsa per la prima volta sul mercato, ha segnato il record di vendita per qualsiasi stampa vintage o contemporanea, raggiungendo nell’asta «The Surrealist World of Rosalind Gersten Jacobs and Melvin Jacobs» la cifra di 12,4 milioni di dollari, pari a € 11.909.900. Il 10 maggio 2022, nella vendita serale di arte del XXI secolo, «Big Nude III (Variation)» di Helmut Newton, una prova d’artista documentata e stampata nei primi anni Novanta, unica fotografia conosciuta di una variazione della notissima serie, è stata battuta a € 2.253.200.
Infine, a novembre, nell’asta record dedicata alla Paul G. Allen Collection, la foto di Edward Steichen «The Flatiron», 1904-05, da una stima di € 1,9-2,9milioni è stata venduta per € 11.794.000. Nei primi cinque risultati dell’anno trascorso (cfr. p. 10) compare due volte Man Ray. E dietro questi tre record arrivano i soliti (grandi) noti: Barbara Kruger, Richard Prince, Richard Avedon, David Wojnarowicz, Cindy Sherman.
Il mercato della fotografia viaggia su due corsie parallele: una internazionale, una profondamente locale. Pochi sono gli artisti che riescono a conquistare l’attenzione di chi non colleziona specificamente fotografia, ma se ci riescono raggiungono quotazioni pari alle grandi opere del contemporaneo. Sei poi le stampe vendute sono rarissime o provenienti da collezioni importanti, raggiungono quotazioni eccezionali.
Guardando all’inizio di questo nuovo anno, in attesa delle nuove aste di New York, nelle recenti vendite londinesi di marzo erano presenti: nella Day Sale di Christie’s dell’1 marzo, Thomas Ruff, «Substrat 24 I», 2004, ed. n. 2/3, stime € 40-60mila, ha realizzato € 50.500, e Wolfgang Tillmans, «Freischwimmer 39», 2004, ed. 1/1 +1, € 135-200mila, è stato invece venduto per € 345.600. Nella Day Auction di Sotheby’s del 2 marzo, Idris Khan, «Every Page of The Holy Quran», 2004, ed. n. 2/5, € 57-80mila, è stato venduto per € 101.800. Nella Day Sale di Phillips del 3 marzo, Hiroshi Sugimoto, «Celtic Sea, St Agnes», 1994, ed. n. 4/25 ed. n. 4/25, € 23-34mila, è stato venduto per € 31.900, Thomas Demand, «Ruin», 2017, ed. n. 1/6, € 34-57mila, ha raggiunto
€ 34.900 e Cindy Sherman, «Untitled #468», 2008, ed. n. 2/6, € 90-137mila è stata venduta per € 87.400.
Accanto al mercato internazionale, si muove la maggior parte della fotografia che spesso fatica a trovare visibilità e una giusta valorizzazione. In Italia i fotografi difficilmente raggiungono quotazioni sopra i 10-15mila euro. Finarte ha proposto il 16 marzo un’asta di fotografia in cui opere di Gabriele Basilico sono state vendute tra € 452 e € 2.580, stampe di Giuseppe Cavalli tra € 1.935 e € 5.004 e quelle di Franco Fontana tra € 968 e € 4.248. Mario Giacomelli, con la sua serie più nota dei «Pretini», ha totalizzato da € 2.451 a € 3.612. Le fotografie di Ugo Mulas hanno raggiunto € 968 e € 1.677 e quelle di Mimmo Jodice da € 903 a € 6.390. Solo Luigi Ghirri ha totalizzato € 12.960, con uno scatto della serie «Versailles» (1985), e € 37.890, con «Modena, dalla serie “Km 0,250”» composta da 33 stampe vintage.
In altri mercati, Francia e Stati Uniti davanti a tutti, un artista non è ritenuto credibile se non ha stime elevate, ma c’è una selezione molto rigorosa sulle stampe e sulle edizioni. In Italia, viene offerto in asta uno scatto di un grande maestro a mille euro, qualcosa non quadra. Il record di vendita della fotografia «Le Violon d’Ingres» di Man Ray è $ 12,4 milioni, inica che molta distanza separa ancora il mercato italiano da quello internazionale: una distanza lunga almeno 12milionitrecentonovantanovemila dollari. Un’occasione d’oro per gli italiani.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul «Rapporto Annuale Fotografia» allegato a «Il Giornale dell’Arte», n. 438, aprile 2023.
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