Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Anna Orlando
Leggi i suoi articoliNon è riuscita a compiere quattro anni la Villa Regina Margherita di Bordighera (Im) con la straordinaria raccolta offerta in comodato dalla famiglia del collezionista Guido Terruzzi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata, a novembre, il crollo di un muro di contenimento in giardino, che ne precludeva l’agibilità al pubblico, e il cui restauro costerebbe un milione di euro. Ultima presa di coscienza di quanto costi gestire un museo, con le sue spese ordinarie e straordinarie. E di quanto male siano stati fatti i conti prima di aprirlo. La parte privata, cioè la figlia del collezionista Anna Fiamma Terruzzi, ha detto basta ai continui esborsi, non previsti da statuto, per appianare i bilanci sempre in rosso. Provincia e Comune non hanno mai fatto fronte agli impegni finanziari che competevano loro, nemmeno dopo che il Cda decideva di ridurre il bugdet per la gestione, dagli 800 milioni ipotizzati all’inizio dell’avventura, nel 2011, al mezzo milione circa stanziato in seguito.
E se il Comune, peraltro commissariato proprio prima che il museo aprisse, è comunque riuscito a dare la propria parte almeno per un paio d’anni, la Provincia ha messo a disposizione pochi spiccioli. Forse uno studio di settore avrebbe potuto spiegare a chi si è voluto dilettare in un’avventura più simile a un lancio senza paracadute che ha un’operazione culturale, o tantomeno a un business, che anche i musei sono macchine. E come tali hanno bisogno di benzina. Terruzzi, con gli oltre 1.300 pezzi di una raccolta di arti applicate e dipinti antichi unica al mondo che da metà giugno sono tornati a casa, aveva messo a disposizione una Ferrari. Parcheggiata in un signor garage di proprietà pubblica, ossia la villa comprata dagli enti locali (restaurata interamente dai Terruzzi con una spesa di oltre 7 milioni di euro). Ma i patti erano che, nella Ferrari, qualcuno ci mettesse il carburante e ogni tanto, magari, la portasse dal lavamacchine, le facesse il tagliando e pagasse l’assicurazione. Peccato. Non è stato così. Il suo viaggio (e il nostro sogno) finisce qui.
Altri articoli dell'autore
Nel Museo statale di Tallinn sono riunite 45 opere «per raffronti molto puntuali, quasi didattici» che consentono una «messa a fuoco dell’arte del pittore genovese, in bilico tra Manierismo caravaggesco e Barocco naturalistico»
Un confronto fra gli allestimenti a Palazzo Te tra gli affreschi di Giulio Romano e in mezzo ai capolavori della Galleria Borghese
Riceviamo e pubblichiamo una lettera della storica dell’arte Anna Orlando, in merito alle polemiche suscitate dalla mostra su Artemisia in corso al Palazzo Ducale di Genova
Ha il patrocinio del Rubenianum di Anversa il restauro della grande tela del pittore fiammingo per la Chiesa del Gesù a Genova