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Il giardino sostenibile sulla Domus Aurea

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Il giardino sostenibile sulla Domus Aurea

Sulla Domus Aurea un giardino sostenibile

Federico Castelli Gattinara

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Roma. Il 26 ottobre scorso la riapertura della Domus Aurea «come cantiere», con percorso quasi raddoppiato rispetto a quello iniziale del 1999. Oggi, cambiati i protagonisti (la storica direttrice del monumento, Fedora Filippi, in pensione, la soprintendente ai beni archeologici di Roma Mariarosaria Barbera sostituita da poco più di un mese da Francesco Prosperetti), la conclusione del cantiere pilota e la presentazione del nuovo assetto dei giardini soprastanti, 800 metri quadrati posizionati sopra l’ala occidentale della Domus, dei circa 16mila complessivi. Giardini ora resi del tutto idonei con soluzioni all’avanguardia, sia per quanto riguarda l’impermeabilizzazione delle volte antiche, sia per il drenaggio delle acque meteoriche, sia ancora per l’alleggerimento complessivo delle superfici che gravano sulle murature di quasi duemila anni fa. Già perché è inutile continuare a restaurare sotto (e infatti le pitture finora non sono state toccate ma soltanto messi in sicurezza gli intonaci) se non si proteggono seriamente e definitivamente le strutture romane dalle spaccature causate dalle radici e dalle infiltrazioni piovane dovute al Parco del Colle Oppio, impiantato negli anni Trenta.
Il Sistema Integrato di Protezione messo a punto prevede quattro anni di lavori e un costo di 31 milioni di euro, duemila euro al metro quadrato, ovvero circa 7-8 milioni l’anno, per i quali il ministro Franceschini punta sull’ArtBonus.
Per il cantiere pilota, diretto e finanziato dalla Soprintendenza, ci sono voluti dieci mesi, da
maggio scorso a oggi. Tutela archeologica e ambientale finalmente viaggiano a braccetto e l’impianto archeologico sottostante sarà reso leggibile dalla sistemazione a verde. Inoltre gli
studi e i sondaggi hanno rivelato importanti novità del padiglione neroniano: un secondo piano finora attestato unicamente sopra l’area della sala ottagona e una fase successiva alla riconversione termale di età traianea, in particolare una necropoli di VI-inizi VII secolo d.C., e tracce di vigneti settecenteschi.
L’allestimento attuale prevede anche 14 alberi in vaso (tra cui agrumi, corbezzoli, olivi, cipressi, allori, mirti), a compensare quelli eliminati per motivi conservativi.

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Federico Castelli Gattinara, 01 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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