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Chiara Coronelli
Leggi i suoi articoliTorino. Le immagini di Vincent Munier arrivano da un mondo incantato, bianco di neve e di luce, dove i lineamenti del paesaggio e la sagoma degli animali si staccano a malapena da un’uniformità abbacinante, quella dove, secondo l’autore, «il silenzio è totale, quasi spaventoso».
L’alta montagna e i luoghi freddi sono l’habitat consueto del fotografo francese che, nato nel 1976 a Épinal in Lorena, cresce nutrendo lo sguardo dei rilievi e della natura dei Vosgi, per poi raggiungere con il suo obiettivo i circoli polari, il Canada, i ghiacciai del Tibet. Qui, in condizioni climatiche estreme e in grande solitudine, va a cercare il lupo bianco, l'orso polare, la civetta delle nevi, il bue muschiato, la lepre artica, creature che Munier ritrae nella purezza incontaminata della terra cui appartengono, componendo inquadrature che stanno a metà tra esplorazione naturalistica e sublime romantico.
Il suo ultimo lavoro viene ora presentato alla galleria C&C CameraChiara, nella mostra «Avec» che da oggi (inaugurazione alle 18) fino al 7 febbraio espone, insieme alle sue fotografie, una selezione di opere realizzate da Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo, architetti e scultori, oltre che fondatori di C&C Studio, laboratorio dal quale hanno sviluppato il progetto di CameraChiara. In questo dialogo le immagini di Munier sono reinterpretate dalla materia attraverso le sculture degli Albertelli caratterizzate da «una costante ricerca sull’espressività del segno, dove l’utilizzo del taglio laser, tipico del contesto industriale, arricchito da uno studio delle patine di ossidazione e liberamente relazionato alla lavorazione più classica della fusione o al lavoro sui lapidei, acquisisce una forte valenza poetica».

Una fotografia di Vincent Munier: «Flying snowy owl»

Una fotografia di Vincent Munier: «Snowy owl on a branch»

Una fotografia di Vincent Munier: «Provoking white wolf»

Una scultura di Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo: «Terra», taglio laser su acciaio CORTEN ossidato 300 x 300 x 2 mm

Una scultura di Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo: «Kamchatka grande», taglio laser su acciaio CORTEN ossidato 320 x 1510 x 2 mm

Una scultura di Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo: «La nuit du cerf», sabbiatura su marmo nero di Marquinia 300 x 400
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