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Uno still di «Jungle of Desire», 2015, di Wong Ping

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Uno still di «Jungle of Desire», 2015, di Wong Ping

Wong Ping alla Kunsthalle di Basilea

In mostra una serie di animazioni digitali, ognuna accompagnata da un’installazione

Bianca Bozzeda

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Basilea (Svizzera). La Kunsthalle di Basilea è il primo museo al mondo a dedicare una personale a Wong Ping, artista di Hong Kong classe ’84. La mostra espone una serie di animazioni digitali, ognuna delle quali è accompagnata da un’installazione concepita per gli spazi dell’istituzione svizzera.

La maggior parte delle opere allestite sono direttamente ispirate alla città di Hong Kong, prima musa di Wong Ping: «Osservo la vita di ogni giorno e il modo in cui la gente di qui pensa», affermava nel 2018 in occasione della sua partecipazione a una collettiva al Guggenheim di New York.

Attraverso i suoi video, accompagnati dalla voce narrante dell’autore, Wong Ping dà vita a un immaginario al contempo ironico e molto serio, in cui il tema dell’eros è onnipresente. «Il sesso è il linguaggio e non il contenuto del mio lavoro»: con un linguaggio visivo esplicito («Giungla del desiderio» e «Posso darti una mano?» sono alcuni dei titoli delle sue animazioni), Wong Ping riflette sulle patologie della vita urbana contemporanea, dalla ferocia della solitudine alla repressione sociale o sessuale.

Tra le animazioni in mostra alla Kunsthalle anche diversi lavori inediti: nelle nuove opere permangono i colori flash (una sorta di fauvismo 2.0) uniti a forme geometriche semplici, che ricordano i primissimi videogiochi. Con «Golden Shower» («doccia dorata», questo il titolo della mostra che si svolge dal 18 gennaio al 5 maggio) Wong Ping analizza in un modo sottile e originale le contraddizioni del mondo attuale.

Uno still di «Jungle of Desire», 2015, di Wong Ping

Bianca Bozzeda, 18 gennaio 2019 | © Riproduzione riservata

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Wong Ping alla Kunsthalle di Basilea | Bianca Bozzeda

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