Plinio il Vecchio (Como, 23 o 24 d.C.-Stabia, 25 ottobre 79 d.C.) fu uno scienziato e uno scrittore prolifico, autore di molte opere, perdute, e di una, monumentale, giunta fino a noi: una vera summa del sapere antico come la Naturalis Historia (37 libri), cui avrebbero attinto figure come Petrarca, Boccaccio, Leon Battista Alberti, Mantegna, Verrocchio, Leonardo, Vasari e altri ancora.
Ma Plinio era anche un comandante militare, ammiraglio imperiale a capo della flotta di Capo Miseno, e fu in questa sua veste che perse la vita, cercando di portare soccorso agli abitanti di Stabia durante la catastrofica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. A duemila anni dalla nascita, Como, con il Comitato Nazionale per il bimillenario, lo celebra con una serie di eventi, e mentre si è da poco conclusa l’edizione diffusa di «Miniartextil» 2023, intitolata «Denudare feminas vestis», il 15 ottobre si apre a Villa Olmo «Cosmos. The Volcano Lover» (fino al 28 gennaio), progetto promosso dalla Fondazione Bts Como Arte, che trae il sottotitolo dal celebre romanzo (1992) di Susan Sontag.
La curatrice, Sonia D’Alto, con Giovanni Berera e Paolo Bolpagni, ha riunito nelle sale neoclassiche di Villa Olmo le opere di 17 artisti e artiste contemporanei (Maria Theresa Alves, Mirella Benti-voglio, Rossella Biscotti, Jimmie Durham, Chioma Ebimana, Rose Marie Eggmann, Petrit Halilaj, Pauline Curnier-Jardin, Pauline Julier, Mike Kelley, Lavanya Mani, Aldo Mondino, Raffaella Naldi Rossano, Diana Po-licarpo, Slavs & Tatars, Nico Vascellari, Alice Visentin), accostandole, nell’intero percorso, a reperti archeologici del tempo di Plinio, conservati nel Museo Civico Archeologico Paolo Giovio di Como e nel Museo delle Civiltà di Roma, a reperti naturalistici del Museo di Storia Naturale di Milano e delle Collezioni museali di scienze naturali del Liceo Alessandro Volta di Como e ad antiche stampe della Collezione Achille Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano.
Ampio lo spettro dei linguaggi utilizzati dagli artisti invitati, dall’arte tessile alla videoarte, dall’installazione site specific al collage, qui posti efficacemente in dialogo con i reperti antichi. Come spiega Paolo Bolpagni, «Ci siamo chiesti: come legare il contemporaneo a Plinio il Vecchio? Gli spunti sono almeno due: da un lato occorre rivedere la nostra immagine della classicità, che non è monolitica né tesa al solo equilibrio e alla misura. Classicità è anche Plinio, uno degli scrittori più anticlassici che esistano, sedotto com’è non dall’ordine ma (per dirla con Umberto Eco) dalla “vertigine della lista”. Nella sua complessità, Plinio è vicino alla nostra ribollente contemporaneità; ne è un precursore, sia nella scrittura sia nell’intendere la cultura e la conoscenza. E poi c’è il tema, oggi così bruciante, della natura. Nella “Naturalis Historia”, 1950 anni fa, lui criticava aspramente lo sfruttamento della natura da parte dell’uomo. Più attuale di così...».