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Utagawa Hiroshige, «Seba, dalla serie “Le 69 stazioni della via Kiso”», (particolare), ultimi anni Trenta del XIX secolo

© The Trustees of the British Museum

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Utagawa Hiroshige, «Seba, dalla serie “Le 69 stazioni della via Kiso”», (particolare), ultimi anni Trenta del XIX secolo

© The Trustees of the British Museum

Al British Museum, il Giappone di Hiroshige fluttua tra realtà e sogno

Oltre 100 opere dell’artista «ukiyo-e» ne riportano in vita la sensibilità estetica ed emotiva nella prima retrospettiva mai dedicatagli dall’istituzione londinese

In giapponese, «Ukiyo-e», termine utilizzato per fare riferimento al genere artistico portato alla ribalta a cavallo tra il XVII e il XIX secolo da figure come Kitagawa Utamaro (Edo, 1750-1806), Hokusai Katsushika (Edo, 1760-1849), e Utagawa Hiroshige (nato Andō Tokutarō, Edo, 1797-1858), significa «immagini del mondo fluttuante». Ed è proprio quell’aggettivo, «fluttuante», a racchiudere l’essenza trascendentale delle stampe, i dipinti, e le illustrazioni di quest’ultimo.

Nato in una famiglia samurai, e quindi parte della classe militare dominante del paese, pochi decenni prima del rinnovamento Meiji, rivoluzione che riconsegnò il potere all’imperatore nel 1868, Hiroshige trovò nell’arte la possibilità di ricucire il divario tra sé e il popolo. Guidato dal maestro Utagawa Toyohiro (1773-1830), l’artista affinò le sue doti di colorista e disegnatore per produrre opere che, come nel caso di quelle realizzate su ventagli piegabili («uchiwa-e»), rendevano il suo genio immediatamente collezionabile. A rendere la prolifica produzione di Hiroshige ancora più unica e rilevante fu la sua capacità di farsi strada tra gli sconvolgimenti socio-politici della sua epoca e concepire scene che, sospese tra l’incanto della natura della sua terra, l’atmosfera di fermento di una società in preda al cambiamento, e un’aura di sogno, favorivano tranquillità, pace, e introspezione.

Utagawa Hiroshige, «Traghetto sul fiume Fuji, provincia di Suruga» da «Luoghi famosi del Giappone», 1832 ca. © The Trustees of the British Museum

Con «Hiroshige: artist of the open road» (1 maggio-7 settembre), prima retrospettiva mai dedicata al pioniere giapponese dal British Museum di Londra, l’istituzione britannica invita il pubblico a soffermarsi sul suo tratto incisivo, preciso, e delicato, simbolo di una carriera che, come racconta il direttore Nicholas Cullinan, «coniugò profondità emotiva e brillantezza tecnica».Tra i capolavori esposti per l’occasione, molti dei quali in mostra per la prima volta, troviamo i dipinti su legno della sua serie episodica «Cento famose vedute di Edo» (1856-58), la quale offre uno sguardo alle innumerevoli stagioni e località della Tokyo di allora. Stampe come «Nihonbashi - Scena mattutina», tratta dalla collezione «Le 53 stazioni del Tōkaidō» (1833-35), e «Barche da diporto a Ryōgoku nella capitale orientale» (1832-4), presagi lontani dell’avvento del turismo di massa e ritratti dinamici di un Giappone in evoluzione, e rese mitologiche della fauna e vegetazione locali.

Realizzata grazie alla donazione di 35 stampe di Hiroshige provenienti dalla collezione di Alan Medaugh, tra i principali collezionisti americani del lavoro dell’artista, la retrospettiva, la quale giustappone ulteriori 82 opere appartenenti allo stesso Medaugh con prestiti nazionali e internazionali e capolavori parte della collezione del British Museum, rappresenta un’occasione unica per immergersi nella bellezza senza tempo di uno dei più grandi artisti di sempre, noto per avere influenzato la traiettoria pittorica di Van Gogh (1853, Zundert-1890, Auvers-sur-Oise), James McNeill Whistler (1834, Lowell-1903, Londra), e il contemporaneo Julian Opie (1958, Londra).

Utagawa Hiroshige, «Awa: il mare agitato di Naruto» da «Guida illustrata ai luoghi famosi delle 60 province», 1855. Collection of Alan Medaugh © Alan Medaugh

Gilda Bruno, 26 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Al British Museum, il Giappone di Hiroshige fluttua tra realtà e sogno | Gilda Bruno

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