Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

«Apollo uccide il Pitone», di Joseph Mallord William Turner (1775-1851). Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856. Foto: ©Tate

Image

«Apollo uccide il Pitone», di Joseph Mallord William Turner (1775-1851). Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856. Foto: ©Tate

Alla Reggia di Venaria Turner, tra l’epico e l’Italia

Nell’allestimento emerge tutto l’interesse del maestro inglese per episodi della mitologia classica che amò associare a caratteristici paesaggi nostrani

Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX, tra l’influsso romantico e gli anni convulsi della Rivoluzione Francese, le raffigurazioni storiche e di gesta eroiche acquisirono notevole interesse tra gli artisti. Questi, sempre più insofferenti ai generi della tradizione, acquisirono un atteggiamento più disinvolto anche verso soggetti fino ad allora considerati minori, in particolare nei confronti del paesaggio. Proprio in questo tipo di composizioni eccelse Joseph Mallord William Turner (Londra, 1775-1851), pittore ed incisore inglese, celebre per opere in cui offriva una «visione grandiosa della natura colta nei suoi aspetti più romantici e sublimi», per dirla con Ernst H. Gombrich.

Da giovane si era fatto notare alla mostra annuale della Royal Academy, nel 1801, quando espose un quadro di soggetto marino in cui delle imbarcazioni si trovavano in rotta di collisione e nel bel mezzo di una burrasca. Quella virata anticonvenzionale, quanto a contenuto e rappresentazione, allora non aveva convinto tutti ma col tempo, e con l’apertura di un suo studio privato dove gli estimatori potevano acquistare direttamente da lui i suoi lavori, la mancanza di rifinitura e di contorni, tipica del suo stile, finì per essere molto apprezzata soprattutto tra aristocratici e intellettuali. Le sue tele dinamiche ed abbacinanti, plumbee e nuvolose, che trasmettono l’esatta impressione dei fenomeni atmosferici «raccontati» attraverso pennellate leggere, vorticose e avvolgenti, sono diventate un tratto distintivo dell’autore.

La Reggia di Venaria, proseguendo la collaborazione con la Tate Uk, dedica al maestro inglese una mostra al primo piano delle Sale delle Arti dal titolo «Turner. Paesaggi della Mitologia» (dal 13 ottobre al 28 gennaio 2024). Una quarantina di grandi opere, realizzate da Turner per essere esposte alla Royal Academy di Londra, acquerelli e schizzi a olio sono parte di un percorso curato dalla storica dell’arte Anne Lyles in cui spiccano temi della mitologia classica. Il pittore si era affermato a livello internazionale con dipinti di scene bibliche, di letteratura classica e di mitologia per l’appunto avendo studiato le storie di Ovidio e Virgilio attraverso i dipinti degli «Old Masters» alla National Gallery. Ai personaggi leggendari a cui si era appassionato sono dedicate composizioni con splendide vedute di luoghi idealizzati e che risentono dei panorami dell’Italia che, complice il collega inglese Richard Wilson, visitò nel 1819 e nel 1828.

«Trattando soggetti della storia classica e della mitologia da inserire nei suoi paesaggi, Turner seguiva consapevolmente l’esempio dei suoi predecessori Nicolas Poussin e Claude Lorrain, di cui ammirava molto il lavoro. È particolarmente appropriato che questa mostra su Turner e la mitologia si svolga in Italia, dato che Turner viaggiò molto in questo Paese. Infatti, la sua esperienza personale del paesaggio italiano ha avuto una forte influenza sui paesaggi che ha rappresentato nei suoi dipinti mitologici», spiega Lyles. I paesaggi della penisola, reali o generici, sono abilmente evocati ne «La baia di Baia con Apollo e la Sibilla» del 1823. «Lo sfondo di rovine romane e la figura della Sibilla Cumana, la cui voce svanirà nel tempo, sono la rappresentazione di alcuni dei temi che Turner aveva più a cuore: bellezza e decadenza, gloria e declino, la fragilità della vita e la scomparsa degli imperi».

Nella tela «La morte di Atteone, con una veduta in lontananza di Montjovet, Val d’Aosta», del 1837 ca, le viscere del figlio di Aristeo si confondono tra le brillanti tonalità del paesaggio montano, selvaggio e incontaminato. L’acquerello dal titolo «Lago di Albano» del 1828 ca invece restituisce un suggestivo scorcio in cui le trasparenze e l’assimilazione di luce e colore pare già preannunciare la stagione impressionista.

«Apollo uccide il Pitone», di Joseph Mallord William Turner (1775-1851). Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856. Foto: ©Tate

Monica Trigona, 11 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

Alla Reggia di Venaria Turner, tra l’epico e l’Italia | Monica Trigona

Alla Reggia di Venaria Turner, tra l’epico e l’Italia | Monica Trigona