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Al Museum Fridericianum il fulcro espositivo è costituito da una serie di opere tratte da «Imitatio Christi», la grande installazione presentata alla Biennale di Venezia del 2017
- Guglielmo Gigliotti
- 20 gennaio 2023
- 00’minuti di lettura


Un ritratto di Roberto Cuoghi. Foto: Alessandra Sofia
Cuoghi l’alchimista
Al Museum Fridericianum il fulcro espositivo è costituito da una serie di opere tratte da «Imitatio Christi», la grande installazione presentata alla Biennale di Venezia del 2017
- Guglielmo Gigliotti
- 20 gennaio 2023
- 00’minuti di lettura
Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliFino al 29 maggio Roberto Cuoghi è di scena al Museum Fridericianum con una mostra sostenuta da La Quadriennale di Roma, nel solco del suo mandato di promozione dell’arte italiana all’estero. Il fulcro espositivo è costituito da una serie di opere tratte da «Imitatio Christi», la grande installazione presentata alla Biennale di Venezia del 2017.
Ispirata alla riflessione sull’iconografia cristiana, l’opera veneziana presentava, al termine di un percorso, una grande parete su cui erano affissi smangiate e frammentarie figure anatomiche, evocanti il messia crocifisso, ma realizzate con estratto di alghe e gelatina. Di tali materie erano infatti costituiti calchi umani, sottoposti a un trattamento climatico finalizzato a produrre escrescenze di muffe e batteri.
Di qui la sembianza minerale dei corpi smembrati, dei quali, appunto, alcuni a Kassel. L’opera audio «Laš» (2018) deriva invece da «Šuillaku - Corral Version», rielaborata dall’artista modenese di nascita e milanese di adozione, e consistente nelle modulazioni di un potente ruggito, tra suggestioni animalesche e sonorità melodiche. Lo spirito di alchimia in permanente sperimentazione attraversa anche le opere tratte dalla grande e articolata installazione ambientale di «Putiferio» (2016-19): sono crostacei modellati in argilla e cotti in grandi forni sormontati da lunghi caminetti.
La superficie rugosa e porosa di questi animali in ceramica si allinea alla sensibilità accentuatamente materica e viscerale dell’estetica di Roberto Cuoghi. Le aperture di senso, invece, sono state delegate a una serie di videomaker, che hanno elaborato, ciascuno secondo la propria sensibilità, il film che documentava lo spettacolare processo performativo di produzione di queste sculture, avvenuto sull’isola greca di Idra, nel giorno di un solstizio d’estate.

Un ritratto di Roberto Cuoghi. Foto: Alessandra Sofia