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Enzo Cucchi, Untitled, 2020

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Enzo Cucchi, Untitled, 2020

Fontane, animali e cowboys di ceramica: la collettiva da Velo Project

Il progetto curatoriale indipendente e itinerante fa tappa in via Romilli 20, Milano, con un'esposizione dedicata a Enzo Cucchi, Salvatore Fancello e Stefania Carlotti

Nella luminosa vetrina di Via Romilli 20, a Milano, Velo Project, il progetto curatoriale indipendente nato nel 2024 dalla collaborazione di Lorenzo Pagliani, Veronica Recchia e di  Marco Beretta, espone fino al 15 maggio 2025 la collettiva «Fontane Animali Cowboys». La mostra mette sapientemente in dialogo le sculture in ceramica di Salvatore Fancello (1916-1941), Enzo Cucchi (1949) e Stefania Carlotti (1994), il cui cardine tematico è l’atemporalità. 

Tre artisti separati, per nascita, da quasi un secolo, che si confrontano con la modellazione della ceramica, un materiale fuori dal tempo poiché legato alla produzione antica e all’artigianato, ma altrettanto sottoposto a processi di continua sperimentazione nel plasmarla, vista la sua duttilità, e nella smaltatura, che di secolo in secolo l’ha elevata a oggetto prezioso. Gio Ponti esaltava la ceramica poiché è la sintesi di forma, materia e colore, che unitariamente conferiscono alla scultura la magia della quarta dimensione, quella evocativa.  

Così, le sculture di Salvatore Fancello rimandano alla ruralità della sua terra d’origine, dando voce, seppur non drammaticamente, allo spirito nostalgico che contraddistingue il “neoromanticismo” milanese dell’epoca. L’artista era infatti attivo negli anni Trenta con i giovani Leoncillo e Lucio Fontana e, seppur sardo di origine, era strettamente legato per i suoi studi all’ambiente monzese e alla figura di Arturo Marini. Figurano in mostra un leone che addenta la preda con una dolcezza quasi fraterna, una volpe celeste e una mamma cinghialessa con il suo cucciolo: tre creature selvagge, ma che nell’immaginario dello scultore appaiono come gli abitanti di un Eden bizzarro ed esotico, privo di qualsiasi collocazione geografica precisa. Non mancano a popolarlo anche figure umane, le sinuose e fluttuanti giovani donne delle carte in mostra ed il volto fantasiosamente deformato della testa in ceramica.  

Stefania Carlotti, Summer Kisses, Winter Tears n. 1, 2025

Salvatore Fancello, Leone con criniera rossa e preda, 1938

Questa ambientazione sognante e geograficamente de-centralizzata è ripresa da Enzo Cucchi nelle cinque sculture che fanno parte di una serie che l’artista dedicò nel 2020 alle fontane di Roma, città in cui tutt’ora risiede. Ispirato dalla vista dei monumenti durante lunghe passeggiate per le vie della capitale, l’artista è rimasto colpito dalle sue strutture e dal rapporto che in esse si instaura fra terra e acqua. Queste emulano nella plasmazione della ceramica il punto in cui i due elementi si incontrano, come sostiene Mario Finazzi, riversando nell’opera, proprio come un flusso di acqua, tutte le forme viste e gli stili appresi. Per questo le ceramiche non presentano più alcun riferimento all’urbanistica romana, la loro piccola dimensione rifiuta la maestosità della capitale e si astraggono da una precisa contestualizzazione spazio-temporale.

Infine, le tre ceramiche di Stefania Carlotti, appartenenti alla recente serie «Summer Kisses, Winter Tears» annullano la linearità del tempo presentando una scanzonata figurazione contemporanea dei cowboy. Quei memorabili protagonisti dei western anni Trenta, simbolo di una cultura delle scorribande e della brutalità, oggi ci appaiono come goffi antieroi, smaltati e tempestati di baci schioccanti, corredati di fiori e non di lazzi. In queste opere la linearità del tempo è messa in  discussione poiché dimostra quanto la cultura dell’osservatore in un determinato momento storico possa influire sulla ricezione di un personaggio tipizzato.  

L’interpretazione di Paglioni, Beretta e Recchia dell’arte e della sua possibilità di innescare un dialogo fra luoghi e menti lontani è valorizzata dall’uso che hanno fatto dello spazio espositivo. In via Romilli hanno proposto la loro personale interpretazione di una linea temporale, dove una struttura serpentina orizzontale permette di osservare le sculture disposte in ordine non cronologico e al contempo isola nell’area iniziale la produzione di Fancello. In questo modo è messo in evidenza il punto iniziale della loro ricerca, ispirata dall’abilità dello scultore sardo di evocare mondi possibili e dinamici nell’interscambio di immagini del passato archeologico quanto della più vicina contemporaneità. Il gruppo ha restituito visibilità alla figura di Fancello e all’arte della moderna ceramica italiana, di cui Enzo Cucchi e Stefania Carlotti possono essere considerati i moderni epigoni. 

Diletta Dogliani, 17 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Fontane, animali e cowboys di ceramica: la collettiva da Velo Project | Diletta Dogliani

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