«Il funzionamento del pensiero» (2024) di Linda Carrara (particolare)

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«Il funzionamento del pensiero» (2024) di Linda Carrara (particolare)

I legami con la natura di Carrara e Ohanjanyan

Il percorso allestito da Building comprende dipinti e sculture che riflettono i rapporti intimi di due artisti con il mondo circostante

Un’artista italiana, Linda Carrara (Bergamo, 1984; pittrice, vive e lavora tra Milano e Bruxelles), e un artista armeno, Mikayel Ohanjanyan (Yerevan, 1976; scultore, dal 2000 in Italia, dove vive e lavora tra Firenze e Carrara), sono i protagonisti della doppia personale intitolata «Naturalis Historia», presentata Building dal 10 settembre al 12 ottobre. Il duplice percorso presenta le opere della pittrice e dello scultore, nelle quali i due autori, con modi e approcci diversi e personali ma ponendosi entrambi sulle orme di Plinio il Vecchio e della sua «Naturalis Historia», osservano il mondo naturale nella sua accezione più ampia: uomini e (altri) animali, vegetali, minerali, macrocosmo e microcosmo, in un’indagine che consente loro di affrontare anche temi di natura antropologica, psicologica, sociale. 

Nei suoi dipinti, da lei definiti «eventi pittorici figurali», tesi come sono non a rappresentare la realtà ma a evocare l’emozione che essa genera nella sua interiorità, Linda Carrara esplora la nostra percezione della natura con un’attenzione speciale al tema del «doppio», che si manifesta, per esempio, nel paesaggio riflesso nell’acqua non meno che nella dualità del giorno e della notte che si inseguono sul globo terrestre. Rispecchiamento e sdoppiamento si riverberano nel suo lavoro anche sulla natura umana, esplorata dall’artista in autoritratti.

Mikayel Ohanjanyan espone invece alcune sculture inedite della serie «Legami» e una, in basalto e cavi d’acciaio, realizzata espressamente per questa mostra, in cui indaga i legami e le tensioni propri delle nostre relazioni interpersonali e con il mondo. Come sosteneva il grande scienziato serbo-croato Nikola Tesla, noi «siamo collegati da legami invisibili» al «Tutto», e siamo perciò in grado di cogliere le vibrazioni emanate da ciò che ci circonda: dallo spazio stesso, dal tempo, dalla natura, dalla materia, e dagli altri esseri umani. Entriamo così in risonanza con il «Tutto» in un intreccio che ci modella. Sebbene si sia laureato nel 2005 all’Accademia di Firenze, la prima parte della vita e la formazione artistica precedente di Ohanjanyan avevano avuto luogo in Armenia, una terra e una cultura le cui tradizioni millenarie, intrecciate con il frutto degli studi e dell’attuale vita in Italia, concorrono a creare, nel suo lavoro, una prassi del tutto personale, nutrita da una fertile coesione degli opposti.

Per il nono appuntamento di «Faventia-Ceramica italiana contemporanea», a cura di Roberto Lacarbonara e Gaspare Luigi Marcone, continua poi fino all’11 ottobre, in BuildingBox, l’esposizione di «Buco della Luce» (2024) di Nico Vascellari.

«Legami #37» (2022) di Mikayel Ohanjanyan. Foto: Nicola Gnesi

Ada Masoero, 06 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

I legami con la natura di Carrara e Ohanjanyan | Ada Masoero

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