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Una veduta dell'allestimento della mostra «Claudio imperatore» al Museo dell'Ara Pacis a Roma

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Una veduta dell'allestimento della mostra «Claudio imperatore» al Museo dell'Ara Pacis a Roma

Il Divino Claudio all'Ara Pacis

170 opere provenienti da tutta Europa ripercorrono l'operato di questo imperatore

Federico Castelli Gattinara

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Arriva da Lione a Roma la mostra su «Claudio imperatore», quarto della dinastia giulio-claudia, salito al trono il 41 d.C. a seguito dell’uccisione di Caligola, e morto avvelenato nel 54. Dal 5 aprile al 27 ottobre la tappa al Museo dell’Ara Pacis sposta il baricentro dalla sua città natale alla capitale dell’impero, con variazioni studiate ad hoc da Claudio Parisi Presicce, Orietta Rossini e Lucia Spagnuolo.

L’impianto espositivo rimane lo stesso, con praticamente tutti i prestiti più importanti riconfermati: i capolavori del Louvre, tra cui il Claudio in nudità eroica e la Messalina, quelli del Kunsthistorisches Museum di Vienna, con il cameo in calcedonio con Claudio, la celebre Tabula claudiana di Lione, e così via, con l’unica eccezione del cammeo con Messalina e figli della Bibliothèque Nationale de France.

Nella tappa romana, che conta circa 170 opere, si aggiungono aspetti assenti o solo accennati del suo operato, come l’impresa in Abruzzo del prosciugamento del Fucino, le cui soluzioni verranno riprese nell’Ottocento da Alessandro Torlonia. Tra i pezzi non presenti a Lione arriva infatti un nucleo dal Fucino, con un piccolo ritratto in bronzo dorato di Agrippina, materiali presentati e pubblicati di recente da Alba Fucens, più un piccolo cameo con Claudio dal Museo di Corfinio.

Altri arrivano dal Museo della Civiltà Romana, a illustrare con storici modelli in gesso le grandi opere pubbliche da lui realizzate, come l’acquedotto Claudio a Porta Maggiore, e ancora frammenti della Forma Urbis con la pianta del tempio di Claudio divinizzato, due ritratti di Tiberio e di Claudio, che in realtà è un Caligola rilavorato, dalla Centrale Montemartini, un piccolo gruppo di bronzi dall’Antiquarium del Celio chiuso da decenni, per la produzione di lusso, tra cui un ermafrodito in bronzo di 80 cm e una bellissima lucerna in bronzo a doppio becco con protomi di cigno. Il tutto inserito in un allestimento ricco di suggestioni e molto narrativo, che ripercorre gli eventi più importanti del suo impero e rende giustizia alla sua figura, molto più profonda e complessa di quanto la vulgata ha trasmesso fino a tempi recenti.

Una veduta dell'allestimento della mostra «Claudio imperatore» al Museo dell'Ara Pacis a Roma

Federico Castelli Gattinara, 05 aprile 2019 | © Riproduzione riservata

Il Divino Claudio all'Ara Pacis | Federico Castelli Gattinara

Il Divino Claudio all'Ara Pacis | Federico Castelli Gattinara