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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliGli ambienti del MaXXI di Roma, fluidi per natura spaziale, sono il luogo adatto a una mostra incentrata sull’acqua: «Something in the Water» è un progetto che, dal 18 aprile al 17 agosto, porta nei curvilinei spazi della Galleria Gianferrari, lungo la Galleria 2 dell’edificio progettato da Zaha Hadid, le opere di 13 artisti internazionali ispirate al tema del re degli elementi liquidi. Tra di essi figura Oscar Tuazon, che dell’intero progetto espositivo è però anche l’ideatore e curatore (la produzione è del museo romano, la curatela associata di Elena Motisi). Il 50enne di Seattle non è nuovo alla pratica curatoriale, essendo apparso in questa veste doppia, di artista e curatore, già nel 2012 a Roma in una mostra presso la Fondazione Giuliani. Per Tuazon è una questione di accezione sociale e psicologica dell’arte. Fin da giovane ha infatti vissuto l’arte come esperienza corale, fondando gruppi e aprendo gallerie autogestite. Ora, al centro dei suoi interessi è l’acqua, come metafora e come elemento, come materia preziosa e come indicatore degli sconvolgimenti ecologici dell’uomo.
Le opere dei 13 artisti sono disposte all’interno di un allestimento che riproduce il percorso del Tevere nel suo tragitto urbano, fiume che scorre peraltro nelle vicinanze del MaXXI. D’acqua, allusivamente e non, parlano in mostra sculture, dipinti, installazioni, video, fotografie. Lita Albiquerque presenta l’installazione video «Liquid Light», Matthew Barney una scultura in rame deformata dall’acqua, Safi Azzuz immagini di percorsi fluviali dell’isola di Manhattan prima che sorgesse Manhattan. Anne Sew Hoy è rappresentata da una gabbia per uccelli concepita come fontana antropomorfa, Virginia Overton da insegne di alluminio dismesse e trasformate in canali per l’acqua. Ugo Rondinone ha dipinto elementari paesaggi di Lucerna, Marjetica Potrč ha disegnato utopici progetti urbanistici, Abraham Cruzvillegas ha assemblato una canoa tradizionale del lago Pátzcuaro con altri oggetti ready made. La mostra omaggia anche Christo e Jeanne Claude con quattro loro tavole cartografiche di un progetto per l’Arkansas River mai realizzato ma solo sognato. In mostra anche lavori di Pavlo Makov, Leslie Hewitt (che ispira le sue sculture in bronzo alle maree), Nancy Holt e Torkwase Dyson. Tuazon porta invece al MaXXI «Building» (2023), il grande edificio in assi lignee contenente sue opere, presentato nella grande mostra monografica «Words of water», ospitata l’anno scorso presso il Contemporary Art Space di Vienna. È un modello in scala ridotta della casa della famiglia dell’artista, concepito come luogo di incontro e partecipazione, destinata alla famiglia ora allargata di artisti preoccupati per il destino idrico del pianeta.