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In una mostra sinergica con il Museo del Prado, dipinti, disegni e stampe provenienti da oltre 60 musei e collezioni private internazionali
- Francesca Petretto
- 22 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura


«Ippomene e Atalanta» (1615-18 ca), di Guido Reni. Madrid, Museo Nazionale del Prado. Foto: Museo Nacional del Prado, Madrid
Il colpo di Reni dello Städel Museum
In una mostra sinergica con il Museo del Prado, dipinti, disegni e stampe provenienti da oltre 60 musei e collezioni private internazionali
- Francesca Petretto
- 22 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura
Francesca Petretto
Leggi i suoi articoliGrande attesa ed entusiasmo si evincono dalle parole che Philipp Demandt, direttore dello Städel Museum, dedica alla mostra «Guido Reni: Il divino», aperta fino al 5 marzo: «Una grande mostra per la prima volta dopo oltre 30 anni in cui lo Städel Museum rende omaggio all’eccezionale importanza di Reni nell’ambito della pittura barocca europea, riunendo 130 sue opere: il maggior numero mai radunato in un unico luogo».
Resa possibile da una collaborazione con il Prado di Madrid, la mostra presenta dipinti, disegni e stampe del pittore bolognese (1575-1642), artista di punta del Classicismo seicentesco, uno dei più affermati e celebrati nell’Europa del suo tempo, ambito da più importanti mecenati, come papa Paolo V Borghese, il duca di Mantova Ferdinando Gonzaga e la regina d’Inghilterra, purtuttavia relegato a partire dall’Ottocento a un posto in seconda fila a causa della Caravaggio-renaissance e all’ingiusta concentrazione pressoché unilaterale del gusto della critica pittorica sull’opera del suo contemporaneo e rivale lombardo.
La rassegna di Francoforte presenta le grandi opere della collezione di casa, come la giovanile «Assunzione di Maria» (1598-99) o il recentemente restaurato «Cristo alla colonna» (1604 ca), affiancate da molti prestiti eccezionali provenienti da oltre 60 musei e collezioni private internazionali, tra cui la Pinacoteca Nazionale di Bologna, gli Uffizi di Firenze, il Paul Getty Museum e il Lacma di Los Angeles, il Metropolitan di New York e il Louvre di Parigi, e da una serie di opere di nuova scoperta ancora mai esposte al pubblico. La curatela è stata affidata a Bastian Eclercy e Aleksandra Rentzsch.

«Ippomene e Atalanta» (1615-18 ca), di Guido Reni. Madrid, Museo Nazionale del Prado. Foto: Museo Nacional del Prado, Madrid