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Nino Bertoletti, «Ritratto di Pasquarosa», 1923, Roma, Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti (particolare)

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Nino Bertoletti, «Ritratto di Pasquarosa», 1923, Roma, Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti (particolare)

Il ritorno all’ordine di Bertoletti e il sodalizio tra Carlo Levi e Piero Martina

Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma tre personalità di spicco della pittura novecentesca italiana in due allestimenti

Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma due mostre, aperte dall’11 aprile al 14 settembre, gettano uno sguardo retrospettivo su tre personalità della pittura italiana: «Nino Bertoletti 1889-1971» e «Omaggio a Carlo Levi. L’amicizia con Piero Martina e i sentieri del collezionismo».

La prima, curata da Pier Paolo Pancotto, presenta oltre 40 opere di uno dei campioni italiani del ritorno all’ordine. Il romano Bertoletti, infatti, dopo aver militato nell’ambiente di «Valori Platici», venne chiamato da Margherita Sarfatti alla Prima mostra del Novecento italiano presso la Permanente di Milano nel 1926, esponendo successivamente i suoi dipinti a biennali, quadriennali e nelle maggiori mostre italiane degli anni Trenta. Si attestò ben presto in un classicismo di solido impianto figurale, che risentiva del rinnovato culto per i primitivi e delle rarefatte atmosfere metafisiche (dipinse anche un ritratto dell’amico de Chirico). Con la moglie, la pittrice Pasquarosa Marcelli, costituì una salda coppia di coniugi-artisti, presenti sulla scena nazionale. Pasquarosa (come si firmava), nativa di Anticoli Corrado, era stata prima modella di pittori (tra cui Carena), per poi divenire pittrice essa stessa. La mostra è infatti promossa dall’Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti. Archivio prezioso, perché ricolmo di testimonianze sull’attività di questi due artisti e sulla vita culturale romana in genere, considerate le loro amicizie con Luigi Pirandello, Emilio Cecchi, Silvio D’Amico, Ardengo Soffici, Francesco Trombadori, Alfredo Casella, Giuseppe Ungaretti, Massimo Bontempelli e l’esordiente Alberto Moravia. Di Bertoletti, inoltre, fu di rilievo anche la sua attività di designer, di illustratore e di grafico pubblicitario. Dagli anni giovanili, quando ancora risentiva di influenze divisioniste e simboliste (esibite nella prima mostra della Secessione Romana nel 1913), parte della sua attività creativa fu infatti rivolta alla progettazione di oggetti, di mobili, di camere per bambini (con gli angoli smussati), nonché di illustratore per l’editoria dell’infanzia. In catalogo compaiono, oltre al testo del curatore, anche i contributi di Flavia Matitti, Valerio Rivosecchi, Francesca Romana Morelli, Dina Saponaro, Lucia Torsello e Marinella Mascia Galateria.

«Omaggio a Carlo Levi. L’amicizia con Piero Martina e i sentieri del collezionismo» è una mostra su due artisti torinesi, ma soprattutto sul ruolo di mentore svolto dall’autore di Cristo si è fermato a Eboli nei confronti del più giovane. Piero Martina (1912-82) frequentò Levi (1902-75) già dal principio degli anni Trenta, quando entrò in rapporti con Felice Casorati, Francesco Menzio, Carlo Mollino e Italo Cremona. Così, nel 1938, Levi presentò in catalogo la prima mostra di Martina, presso la Galleria Genova di Torino, mostra tenuta assieme a Umberto Mastroianni. Nel ’52, Levi tornò a scrivere dell’amico Martina, in occasione della personale presso la galleria romana Il Pincio, dove l’artista presentava i suoi esiti di realismo d’impegno sociale, con contadini e operai al lavoro. Prima, nel ’43, la casa torinese di Martina venne bombardata: Levi ospitò l’amico per vari mesi nella sua casa di Alassio, in Liguria. Negli anni Sessanta, la pittura di Martina abbandonò l’impegno civile per un naturalismo sintetico, in cui ampi paesaggi e angoli di natura venivano suggeriti con larghe e pastose pennellate. Questo fino agli anni Settanta, quando divenne docente di Pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino (che diresse tra il 1973 e il 1978). La mostra, curata dalla Fondazione Carlo Levi di Roma e dall’Archivio Piero Martina di Torino, riunisce 60 opere dei due artisti-amici, dedicando uno spaccato (curato da Giovanna Caterina De Feo) di 19 dipinti di Carlo Levi del tutto inediti, collezionati da Angelina De Lipsis Spallone, amica di Linuccia Saba, figlia di Umberto Saba e moglie di Carlo Levi.

Guglielmo Gigliotti, 09 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Il ritorno all’ordine di Bertoletti e il sodalizio tra Carlo Levi e Piero Martina | Guglielmo Gigliotti

Il ritorno all’ordine di Bertoletti e il sodalizio tra Carlo Levi e Piero Martina | Guglielmo Gigliotti