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Una veduta della mostra «Ettore Spalletti. Il cielo in una stanza», Galleria Nazionale, Roma, 2021. Foto Monkeys Video Lab. Galleria Nazionale

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Una veduta della mostra «Ettore Spalletti. Il cielo in una stanza», Galleria Nazionale, Roma, 2021. Foto Monkeys Video Lab. Galleria Nazionale

Il silenzio di Ettore Spalletti è azzurro

Cercare «Il cielo in una stanza» alla Gnam è come entrare in un dipinto di Piero della Francesca

Guglielmo Gigliotti

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La Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea celebra l’arte di Ettore Spalletti con la prima mostra postuma, curata da Éric de Chassey e aperta fino al 27 febbraio. Senza aver mai abbandonato la provincia pescarese, l’artista nato nella cittadina di Spoltore nel 1940 e morto nel borgo di Cappelle sul Tavo nel 2019, aveva raggiunto fama internazionale. Il segreto è stato tutto nella sua capacità di evocare, come recita il titolo della mostra romana, «Il cielo in una stanza».

L’immateriale azzurro è infatti la dimensione cromatica e atmosferica che predomina nel percorso di 23 opere, realizzate tra il 1975 e il 2018, in cui il visitatore si immerge, a passi sempre più rallentati. La dimensione contemplativa è infatti quanto più stava a cuore all’artista abruzzese, che dedicò la sua intera vita a evocarla mediante l’essenzialità geometrica di forme pure e la stesura monocromatica di opachi e morbidi veli di colore.

Accanto all’azzurro dell’aria, in mostra anche esiti all’insegna del rosa e del bianco, che circonfondono di silenzio sculture e dipinti, disposti nella presente mostra a determinare una rete di rimandi, capaci di generare uno spazio attraversabile. Si ha la sensazione, così, di entrare nel tempo sospeso di un dipinto di Piero della Francesca.

I titoli delle opere, rimandano non meno ad archetipi formali senza tempo: «Colonna», «Anfora», «Vaso», «Bacile». O a esperienze di smaterializzazione: «Il cielo entra in me come se io fossi trasparente». Quale nipote artistico di Malevič e figlio spirituale di Yves Klein, Ettore Spalletti ha realizzato nella sua opera l’equazione di arte e quiete.

Nell’italiano tale esperienza affonda nella specifica qualità luminosa delle superfici di dipinti e sculture, ottenuta mediante stesura di un impasto a base di gesso, colla e pigmento, successivamente abraso, fino al raggiungimento di un effetto di soffice nebulosa. Ulteriore espediente è il discostamento parziale dei dipinti dal muro, così da suscitare tensioni instabili e variazioni di rifrazione della calda luce. In alcune opere a parete, inoltre, il bordo è impreziosito da una profilatura in foglia d’oro.

Fulcro semantico e formale dell’attuale mostra è, tuttavia, un grande uovo azzurro che staziona enigmatico al centro della composizione di opere, allestite, nello spirito proprio di Spalletti, con l’intento di creare una macro opera praticabile.

Una veduta della mostra «Ettore Spalletti. Il cielo in una stanza», Galleria Nazionale, Roma, 2021. Foto Monkeys Video Lab. Galleria Nazionale

Una veduta della mostra «Ettore Spalletti. Il cielo in una stanza», Galleria Nazionale, Roma, 2021. Foto Monkeys Video Lab. Galleria Nazionale

Guglielmo Gigliotti, 12 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

Il silenzio di Ettore Spalletti è azzurro | Guglielmo Gigliotti

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