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La «Madonna in trono adorata dai santi» di Rubens, durante il restauro al Kmska di Anversa nell’ambito del progetto Studio Rubens

© Fille Roelants, Studio Rubens, Kmska

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La «Madonna in trono adorata dai santi» di Rubens, durante il restauro al Kmska di Anversa nell’ambito del progetto Studio Rubens

© Fille Roelants, Studio Rubens, Kmska

La Madonna di Rubens adorata da Reynolds e Gombrich

In mostra al Kmska la monumentale pala della Chiesa degli Agostiniani restaurata nell’ambito del programma di conservazione, avviato nel 2012, del corposo nucleo di opere del maestro fiammingo del museo

Elena Franzoia

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Il Museo Reale di Belle arti di Anversa (Kmska) deve la sua vasta collezione di opere di Pieter Paul Rubens in parte alla Gilda di San Luca, corporazione di artigiani e artisti di cui il pittore era segretario e decano onorario. Napoleone portò in Francia molti di questi capolavori, che dopo la battaglia di Waterloo vennero restituiti al Museo dell’Accademia di Anversa. Altre opere giunsero in collezione tramite scambi, acquisizioni e lasciti ereditari. 

Nei dieci anni di chiusura del museo (il Kmska è stato riaperto nel settembre 2022 dopo un grande progetto di riqualificazione realizzato dallo studio di architettura Kaan) è stato avviato uno speciale progetto di restauro intitolato «Studio Rubens», tuttora in corso. La prima opera interessata, tra 2012 e 2014, è stata la «Sacra Famiglia con pappagallo», che l’artista donò nel 1633 alla Gilda di San Luca. Negli anni successivi il progetto ha riguardato l’«Epitaffio di Nicolaas Rockox e sua moglie Adriana Perez», l’«Arco della Zecca» (progetto di arco trionfale per le celebrazioni, nel 1635, dell’entrata ad Anversa del nuovo governatore delle Fiandre, il cardinale-infante Ferdinando d’Asburgo), lo schizzo preparatorio a olio «Minerva che uccide la Discordia», realizzato per re Carlo I d’Inghilterra, e l’«Epitaffio di Jan Michielsen e sua moglie Maria Maes»

L’opera durante il restauro al Kmska nell’ambito del progetto Studio Rubens. Sanne De Block, Kmska

Eseguito tra gli altri dalle restauratrici del Kmska Jill ed Ellen Keppens, l’intervento più recente, iniziato il 25 settembre 2023 e appena ultimato con cantiere visibile dall’esterno dai visitatori, ha interessato la monumentale pala d’altare «Madonna in trono adorata dai santi», che fino al 29 giugno è protagonista di una mostra. In autunno inizierà poi il restauro dell’«Adorazione dei Magi». Come sempre nel caso del maestro fiammingo, la complessità della pala era dovuta anche all’efficienza organizzativa della sua grande bottega, in cui eseguiva studi tramite spettacolari schizzi a olio. Quattro di essi, eccezionalmente conservati, sono per la prima volta esposti in mostra insieme all’opera finita e a una copia successiva, esplicitandone il processo creativo. Incorniciata, l’opera misura più di 6 metri di altezza, quasi 4,5 metri di larghezza e 24 centimetri di profondità, mentre il peso è di 350 kg. La prima fase del restauro è consistita nella pulitura della tela e nella rimozione degli strati di vernice ingialliti. Contemporaneamente la superficie pittorica è stata mappata utilizzando le più recenti apparecchiature di scansione, come la Macro-Xrf. Questa tecnologia, utilizzata dai ricercatori del Kmska in collaborazione con l’Università di Anversa (e in particolare i professori Koen Janssens e Geert Van der Snickt e la ricercatrice Annelies Ríos-Casier), rivela come Rubens usasse il colore e fornisce informazioni sugli strati sottostanti. La fase di ritocco è iniziata a gennaio, permettendo di riportare l’opera in posizione verticale. Entro la fine della primavera il retro della tela sarà stato trattato, consentendo all’intervento di entrare in una nuova fase di verniciatura. 

Rubens ricevette l’incarico di dipingere la pala dall’ordine degli Agostiniani, della cui chiesa sovrastò l’altare maggiore dal 1628 al 1794, quando gli occupanti francesi la confiscarono per trasferirla a Parigi. Solo nel 1815 l’opera ritornò ai frati, che l’affidarono in prestito al Kmska nel 1958. Nella Chiesa degli Agostiniani di Anversa, la Madonna in trono era affiancata dall’«Estasi di sant’Agostino d’Ippona» di Antoon van Dyck e dal «Martirio di sant’Apollonia» di Jacob Jordaens, terzetto di capolavori che non a caso riuniti nella Rubens Gallery. Caratterizzata da una composizione dinamica, colori caldi e contrastanti e luce vibrante, l’opera riunisce in una sacra conversazione intorno alla Sacra Famiglia 14 santi, tra cui Caterina, Pietro, Paolo, Giuseppe e Giovanni Battista. In posizione centrale spicca ovviamente Agostino, circondato da altri significativi santi dell’ordine. La sfida rappresentata dalla presenza di un numero così elevato di figure richiese all’artista molti studi preliminari, ma il risultato è di tale eccezionalità che Joshua Reynolds lo considerava il maggiore capolavoro dell’artista, mentre per Ernst Gombrich si trattava di una delle opere più ambiziose del suo genere.

Peter Paul Rubens, «Madonna in trono adorata dai santi», Kmska-Vlaamse Gemeenschap

Elena Franzoia, 20 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

La Madonna di Rubens adorata da Reynolds e Gombrich | Elena Franzoia

La Madonna di Rubens adorata da Reynolds e Gombrich | Elena Franzoia