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A sinistra «Enough» (2019), dalla serie Extra Moenia (particolare), a destra «E.v.a.-End Violence and Aggression» (2020), entrambe opere di Matteo Pugliese. Cortesia dell’artista

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A sinistra «Enough» (2019), dalla serie Extra Moenia (particolare), a destra «E.v.a.-End Violence and Aggression» (2020), entrambe opere di Matteo Pugliese. Cortesia dell’artista

La ricerca più recente di Matteo Pugliese

Da Imago Art Gallery le opere dello scultore milanese contro la violenza sulle donne, tra cui spicca un video ad alto tasso emozionale

Francesca Interlenghi

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Dal 15 giugno al 16 settembre Imago Art Gallery ospita la produzione più recente dell’artista Matteo Pugliese (1969, Milano). Il progetto espositivo intitolato «Di Terra e di Carne» raccoglie oltre trenta opere realizzate in vari materiali, bronzo, terracotta, marmo e ceramica, che danno conto dell’interesse dell’artista per la continua sperimentazione.

Pugliese, che torna in Svizzera dopo un lungo ciclo di mostre in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, presenta in questa occasione anche due lavori inediti particolarmente significativi: «Le Penseur», un’opera tributo a Rodin ed «E.v.a.-End Violence and Aggression», opera di sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, che accorda la dimensione dell’elaborazione plastica, tipica della scultura, con i canoni della performance.

Combinando etica ed estetica, l’artista intende prendere posizione rispetto a un tema di drammatica attualità. A corollario anche un video, proiettato in galleria, in cui si vede l’autore che modella in argilla una copia perfetta della Venere di Milo, simbolo universale e senza tempo della bellezza femminile, per poi assestarle una violenta bastonata al volto, sfigurandolo definitivamente.

Esposte ci sono anche le sculture antropomorfe in bronzo «Extra Moenia», di grande impatto emozionale, che instaurano un dialogo sintonico con lo spazio che le ospita, oltre alle ieratiche figure scolpite in materiali diversi e intitolate «Custodi», che rielaborano le iconografie delle figure protettive, archetipiche, delle varie culture, epoche e latitudini. Infine, appaiono gli «Scarabei», che integrano insieme la dimensione della memoria personale con quella collettiva.

Scultura classica e violazione del canone, riflessione autobiografica e meditazione universale, storia e memoria, elaborazione estetica e dimensione etica vivono in una compresenza che nutre e articola costantemente la concezione e il lavoro di Pugliese. La mostra è anche occasione di approfondimento di una carriera ventennale ricca di mostre internazionali e presenze nelle principali fiere del mondo.

A sinistra «Enough» (2019), dalla serie Extra Moenia (particolare), a destra «E.v.a.-End Violence and Aggression» (2020), entrambe opere di Matteo Pugliese. Cortesia dell’artista

Francesca Interlenghi, 13 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

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