Reduce da un anno di celebrazioni per il 60mo anniversario della sua istituzione, che ha visto un aumento di quasi il 46% dei visitatori, il programma 2025 della Fondation Maeght di Saint-Paul-de-Vence si concentrerà sulle donne artiste e curatrici. In primavera, Hélène Delprat sarà oggetto di un allestimento sotto la curatela di Laurence Bertrand Dorléac. In estate, fari puntati invece su Barbara Hepworth, in una mostra a cura di Eleanor Clayton.
La mostra su Hélène Delprat (1957), in programma dal 22 marzo al 9 giugno, esplora il mondo dell’artista francese, la cui storia si interseca con quella della Fondation Maeght. All’età di 16 anni vi scoprì il Museo immaginario di Giacometti e Malraux, che le lasciò un’impressione duratura. L’intera carriera artistica di Hélène Delprat è illustrata (sotto un titolo poetico, preso in prestito dal drammaturgo e scrittore Alfred Jarry: «Ascoltate! È un’eclissi») in un percorso di oltre 60 opere, che talvolta rispecchia alcuni suoi sentieri meno battuti rispetto alla sicura strada ordinaria, a partire, per esempio, dal periodo trascorso all’École des Beaux-Arts.
L’artista reinterpreta tutto ciò che ama profondamente nell’arte, nella letteratura, nel cinema e nella vita quotidiana, dai media, ai caffè, agli alberghi, alle passeggiate. La sua arte, infestata dai fantasmi della storia (in particolare della guerra) e della storia dell’arte (da Piero della Francesca a William Hogarth, da Ad Reinhardt a Paul McCarthy), è sempre influenzata da immagini popolari e familiari. Raccoglie avidamente immagini della stampa, ritagli della «Gazette Drouot», vignette del passato e del presente, stampando, fotocopiando e archiviando continuamente. Gli episodi traumatici della sua vita sono spesso criptati in rebus. La sua propensione a trasformare il peggio in derisione rende la sua arte vibrante, truculenta, umoristica e commovente.
Oltre 60 dipinti (anche di grande formato), disegni, sculture, filmati, fotografie e ceramiche saranno esposti in otto sequenze. Due sculture originali concepite e create per le piscine della Fondation Maeght daranno il tono all’esposizione fin dall’ingresso al museo.