Una fotografia dalla serie «Caminantes» (2017-in corso) di Lorenzo Vitturi (particolare)

Cortesia dell’artista

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Una fotografia dalla serie «Caminantes» (2017-in corso) di Lorenzo Vitturi (particolare)

Cortesia dell’artista

Le mappature poetiche di Vitturi all’Earth Foundation

Nuove composizioni e la fusione di elementi diversi negli scatti del fotografo veneziano sfidano le tradizionali categorizzazioni artistiche

Verona si prepara ad accogliere, dal 25 settembre presso l’Earth Foundation, la mostra «Paesaggio in transizione» dell’artista e fotografo Lorenzo Vitturi (Venezia, 1980), curata da Giangavino Pazzola in collaborazione con Giulia Adami. Più di 30 fotografie e installazioni creano una mappatura poetica dei luoghi e delle relazioni sociali del quartiere Borgo Roma che, nato negli anni ’30 come sede della Stazione Frigorifera per conservare le derrate, oggi è diventato un vivace polo commerciale e culturale, nonché sede della fondazione.

Durante i mesi invernali, Vitturi, con l’aiuto dell’antropologa Caterina Borelli, ha condotto una fase esplorativa sul campo, trasferendo poi in primavera il suo studio all’interno della fondazione stessa. Attraverso la raccolta di numerose testimonianze delle comunità locali, ha studiato l’area da una prospettiva storica, elaborando opere che toccano tematiche universali e rivelano connessioni con altre città del mondo.

«Mi piace lavorare con i materiali e svelare le storie dietro a essi, racconta Vitturi, e così uno dei lavori esposti combina un pezzo di roccia scura, una rete rossa, un contenitore di metallo e una forma gialla che ricorda un frutto congelato nel ghiaccio, creando un dialogo tra naturale e artificiale che suggerisce una riflessione sulla fragilità delle nostre creazioni e sulla precarietà dell’equilibrio tra elementi naturali e industriali, tra presente e passato». L’uso del ghiaccio, destinato a sciogliersi, amplifica il senso di impermanenza e trasformazione, temi centrali nel lavoro di Vitturi.

Lo scatto con la grande stella rossa e bianca montata su un palo, sopra un cartello che reca la scritta «Piccola Fraternità», evoca invece un senso di comunità e solidarietà. La stella, spesso associata a movimenti sociali e rivoluzionari, sovrasta l’ingresso di quello che sembra essere un luogo di incontro, o un rifugio, suggerendo un legame tra ideali collettivi e spazi comunitari. «Questo lavoro fa parte invece di una sorta di diario fotografico delle associazioni che rendono vivo il quartiere con il quale ho un dialogo continuo» prosegue l’artista.

Per permettere una migliore comprensione del lavoro di Vitturi, la mostra include anche opere provenienti da precedenti progetti. Fin dagli esordi, infatti, l’artista ha osservato e documentato mercati e strade affollate, raccogliendo oggetti e suggestioni delle varie realtà sociali, culturali e politiche che animano questi luoghi. Vitturi esplora la fusione di elementi disparati per creare composizioni che sfidano le tradizionali categorizzazioni artistiche. Le sue opere invitano lo spettatore a riflettere sulle connessioni tra i materiali e le persone, tra il passato e il presente, offrendo una prospettiva sulle trasformazioni che modellano le nostre città e le nostre vite.

Al termine della mostra, il 6 gennaio 2025, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e realizzata in collaborazione con il Comune di Verona, le opere entreranno nella collezione del Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona e verrà realizzata una pubblicazione.

Una fotografia dalla serie «Paesaggio in transizione» (2024) di Lorenzo Vitturi. Cortesia dell’artista

Rischa Paterlini, 23 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Le mappature poetiche di Vitturi all’Earth Foundation | Rischa Paterlini

Le mappature poetiche di Vitturi all’Earth Foundation | Rischa Paterlini