«Untitled» (2024) di Roger Hiorns

Image

«Untitled» (2024) di Roger Hiorns

Le metamorfosi rivoluzionarie di Roger Hiorns

Nella mostra da C+N Gallery CANEPANERI le opere dell’artista inglese tentano di neutralizzare le strutture di dominio

Dal 14 novembre al 14 gennaio 2025, la sede milanese della galleria C+N Gallery CANEPANERI presenta «Depotenziare», seconda personale in Italia dell’artista britannico Roger Hiorns (Birmingham, 1975). Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive internazionali, alla Biennale di Venezia, al MoMA PS1 di New York e alla Tate Modern di Londra. Nel 2009 è stato nominato per il Turner Prize e nel 2023 è diventato uno dei Royal Academician della prestigiosa Royal Academy of Arts di Londra. 

Il progetto espositivo a cura di Tom Morton, a cui si aggiunge un contributo critico di Alessandro Rabottini, mette insieme dipinti, oggetti e un film in bianco e nero che riflettono su come il potere agisca sui corpi, sulle tecnologie e sui sistemi di pensiero. Generando una tensione continua tra materia e forma, utilizzando objets trouvés, materiali non convenzionali e apparentemente inconciliabili come polvere, schiuma, materia cerebrale, fuoco e cristallo, Hiorns indaga le strategie per neutralizzare le strutture di dominio. La sua ricerca si sviluppa nello spazio interstiziale tra costruzione e distruzione, temporalità e permanenza, controllo autoritario e spontaneità organica. Come fosse un moderno alchimista, l’artista trasforma gli oggetti conferendo loro nuova funzione e valore semantico. 

I lavori pittorici esposti in questa occasione, tutti di recente produzione, raffigurano forme umane astratte che vagamente ricordano degli insetti, cristallizzate su una superficie colorata con macchie di turchese e pigmento rosa e colte in movimenti ambigui e difficilmente decifrabili. Un processo di costante metamorfosi a cui l’autore fa esplicito riferimento definendo questi lavori «trans dipinti», richiamando così alla mente il prefisso latino nel suo significato di «attraverso», «oltre», «tramite» e «in modo da cambiare». Sempre con l’intenzione di liberare dagli oggetti inediti significati, l’artista presenta una coppia di contenitori di polistirolo bianco, poggiati a terra come fossero abbeveratoi per bestiame (o forse sarcofagi vuoti?), trattati al loro interno con un lavaggio di materia cerebrale bovina liquefatta. Essiccato in una pelle stabile di proteina strutturale, questa sostanza è un residuo di attività cognitiva sconosciuta, che diventa inconoscibile. Ma c’è anche un’immagine fotografica ribaltata su tela e macchiata di cristalli di solfato di rame blu, in cui due manifestanti cristiani fondamentalisti brandiscono cartelli davanti a una clinica per aborti. Il testo al contrario recita «La preghiera non è un crimine di pensiero»: un’affermazione involontariamente ironica, che presume che i due credano che i loro atti di supplica verranno notati e onorati da qualche entità soprannaturale. Chiude il percorso espositivo un nuovo film in bianco e nero, rivisitazione di un progetto di Hiorns del 2016 intitolato «A Retrospective View of the Pathway». L’interramento di un aereo militare in un campo dell’Inghilterra orientale viene qui riproposto in un filmato le cui immagini sono trattate con l’«effetto Sabatier», con il risultato di un’inversione tonale che dà conto del suo approccio sperimentale e investigativo. Un’incessante messa in questione dell’arte, che produce originali esiti formali.

«Clearing 3» (2024) di Roger Hiorns

Francesca Interlenghi, 12 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Le metamorfosi rivoluzionarie di Roger Hiorns | Francesca Interlenghi

Le metamorfosi rivoluzionarie di Roger Hiorns | Francesca Interlenghi