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Amedeo Modigliani, «Nudo seduto con camicia», 1917, Villeneuve d’Ascq, LaM, Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut de Lille Métropole

© Nicolas Dewitte / LaM

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Amedeo Modigliani, «Nudo seduto con camicia», 1917, Villeneuve d’Ascq, LaM, Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut de Lille Métropole

© Nicolas Dewitte / LaM

Léger, Modigliani, Picasso: il Museo LaM in trasferta a Palazzo Zabarella

A Padova 65 opere di 30 artisti d’avanguardia, conservate nel museo di Villeneuve d’Ascq, offrono uno spaccato delle «voci della modernità» 

Dopo le collaborazioni con il Brooklyn Museum di New York e il museo di Grenoble, la Fondazione Bano prosegue il dialogo avviato negli ultimi anni con importanti istituzioni museali internazionali presentando a Palazzo Zabarella, a Padova, dal 16 ottobre al 25 gennaio 2026, la mostra «Modigliani Picasso e le Voci della modernità dal Museo LaM»

Le 65 opere di 30 artisti d’avanguardia esposte provengono infatti dal LaM-Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut, il museo situato a Villeneuve d’Ascq, una città dell’area metropolitana di Lille, e fondato nel 1983 in seguito al lascito di Geneviève (1922-2003) e Jean Masurel (1908-1991), membri di una nota famiglia di produttori tessili del nord della Francia. Alla donazione delle opere acquistate da Jean Masurel e di quelle lasciategli in eredità dallo zio Roger Dutilleul (1872-1956), uno dei più importanti collezionisti di Amedeo Modigliani, nel 1999 si è aggiunta quella di oltre 3.500 opere d’Art Brut da parte dell’associazione L’Aracine (fondata da Madeleine Lommel, Claire Teller e Michel Nedjar): con oltre 8.500 opere, il LaM offre un panorama unico dell’arte del XX e XXI secolo

Curata da Jeanne-Bathilde Lacourt, curatrice per l’arte moderna al LaM, la mostra è articolata in sei sezioni, con un approfondimento sull’avanguardia cubista attraverso dipinti di Picasso come «Pesci e bottiglie» (1909) e «Donna con cappello» (1942), e di Georges Braque come «La Roche-Guyon» (1909) o «Il Sacro Cuore di Montmartre» (1910), per poi considerare il «Tubismo» di Fernard Léger, rappresentato da sei dipinti, e le ulteriori versioni del Cubismo testimoniate da lavori di Léopold Survage, Eugène Nestor de Kermadec, Francisco Borès e dalle pietre policrome di Henri Laurens. Di Modigliani sono esposti «Il ritratto di Moïse Kisling», «Ragazzo dai capelli rossi» (1919), «Nudo seduto con camicia» (1917) e «Maternità» (1919). Il percorso prosegue con ulteriori movimenti e avanguardie artistiche del primo e del secondo dopoguerra, come Joan Miró, André Lanskoy, Youla Chapoval, Joaquín Torres-García, le opere di Alexander Calder e i dipinti materici di Eugène Leroy.

«Il mazzo di fiori» di Séraphine de Senlis, «Il chiosco» di Gertrude O’Brady, «Composizione decorativa» di Augustin Lesage, «Dipinto meraviglioso n. 35» di Fleury Joseph Crépin approfondiscono le vie alternative di un’arte autodidatta, più spontanea e naïf. Chiude il percorso l’Art Brut vera e propria attraverso due sculture in granito di Antoine Rabany, che il fondatore del movimento dell’Art Brut Jean Dubuffet (presente in mostra con «Pane filosofico») aveva contribuito a far conoscere, e una scultura in legno di Auguste Forestier.

Pablo Picasso, «Donna con cappello», 1942, Villeneuve d’Ascq, LaM, Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut de Lille Métropole. © Succession Picasso. © Studio Lourmel

Fernand Léger, «Donna con mazzo di fiori», 1924, Villeneuve d’Ascq, LaM, Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut de Lille Métropole. © Fernand Léger, by Siae. © Philip Bernard

Grazia Mazzarri, 14 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Léger, Modigliani, Picasso: il Museo LaM in trasferta a Palazzo Zabarella | Grazia Mazzarri

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