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«Archivio Massimo» (2023), di Formafantasma

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«Archivio Massimo» (2023), di Formafantasma

L’importanza dell’archivio per Formafantasma

Il lavoro presentato dai due fondatori dello studio, Andrea Trimarchi e Simone Farresin, ruota intorno alle idee di conservazione e memoria

Francesca Interlenghi

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Dal 13 maggio al 26 luglio, la Galleria Massimo Minini presenta la mostra dello studio di design Formafantasma, «Archivio Massimo». Fedeli a un pensiero progettuale olistico, che attribuisce priorità alla materia anziché all’oggetto, al processo prima che alla forma, i due fondatori, Andrea Trimarchi e Simone Farresin, conducono un’indagine non soltanto sui contenuti dell’archivio ma anche, e in maniera più estensiva, sulla relazione tra questo e il «suo» gallerista Minini.

Il lavoro presentato, di portata esistenziale, ruota intorno alle idee di conservazione e memoria, anche quella che si ritrova negli esseri viventi a livello biologico. Così Massimo Minini spiega l’interesse per la sua raccolta: «L’archivio è un argomento che mi interessa molto come necessario complemento all’attività espositiva ed è da un bel po’ che predico e consiglio ai colleghi, e in generale a chi frequenta il mondo delle arti, di non buttare i documenti ma di conservarli a futura memoria.

Se l’opera d’arte è il punto di arrivo più alto di un’attività tesa a crearla, ecco che l’archivio nasce per ospitare e salvare dalla distruzione tutti i gesti che hanno preceduto la nascita dell’opera. Dopo l’affermarsi dell’arte concettuale e processuale, molti artisti si sono occupati di questo aspetto, a volte addirittura privilegiando il processo di avvicinamento all’opera, con tutti i suoi passaggi tecnici, artigianali, industriali. È già da tempo che lavoriamo al riordino del nostro archivio e ci è parso interessante aggiungere a questa nostra ricerca l’occhio esterno, anzi i quattr’occhi, di questi due acuti indagatori
».

«Archivio Massimo» (2023), di Formafantasma

Francesca Interlenghi, 11 maggio 2023 | © Riproduzione riservata

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