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Al Glenstone Museum la monografica del fotografo canadese catapulta l’osservatore in una riflessione sull’universo delle immagini e sulla loro storia
- Bianca Cavuti
- 27 gennaio 2022
- 00’minuti di lettura


Jeff Wall, «Mother of Pearl», 2016. © Jeff Wall, Cortesia dell’artista
L’innovativa figura di Jeff Wall
Al Glenstone Museum la monografica del fotografo canadese catapulta l’osservatore in una riflessione sull’universo delle immagini e sulla loro storia
- Bianca Cavuti
- 27 gennaio 2022
- 00’minuti di lettura
Bianca Cavuti
Leggi i suoi articoliFino a marzo il Glenstone Museum presenta un’imponente monografica che ripercorre i cinque decenni della carriera artistica di Jeff Wall (Vancouver, 1946), autore che ha cambiato la percezione della fotografia come forma d’arte segnando un vero e proprio spartiacque nell’evoluzione di questo linguaggio.
Pioniere della staged photography, ha elaborato un modo di pensare e di fare fotografia basato sulla minuziosa messa in scena della realtà, allontanandosi dalle convenzioni della street photography e dalla pratica dell’istantanea.
Wall ha teorizzato una nuova poetica visiva che, guardando e attingendo all’estetica pittorica e cinematografica, catapulta l’osservatore in una riflessione sull’universo delle immagini e sulla loro storia.
Fondamentali sono anche le innovazioni tecniche che ha introdotto nelle modalità di presentazione delle opere; ne sono un esempio le immagini montate su lightbox retroilluminati di grande formato, originale soluzione che richiama il mondo della pubblicità e conferisce alle fotografie una scenografica presenza fisica.
Un approccio, questo, che avvicina la figura del fotografo a quella del regista, facendo convergere nella realizzazione dell’immagine quella che lui stesso ha definito, in un’intervista con Jean-François Chevrier, «l’energia proveniente da altre pratiche».
Quella al Glenstone è la più grande mostra dedicata all’autore canadese negli Stati Uniti dopo quella allestita al MoMA di New York nel 2007. Il percorso espositivo comprende circa 30 opere realizzate tra il 1978 e il 2018, tra cui le ormai celeberrime «The Destroyed Room» (1978), «Picture for Woman» (1979) e «A Sudden Gust of Wind (after Hokusai)» (1993).
«Siamo orgogliosi di offrire ai visitatori questa rara opportunità di vedere una panoramica completa del lavoro dell’artista, spiega Emily Wei Rales, direttrice e cofondatrice di Glenstone, mostrando la notevole varietà e complessità della sua arte». Catalogo pubblicato dal museo.

Jeff Wall, «Mother of Pearl», 2016. © Jeff Wall, Cortesia dell’artista